Juventus-Verona, l’orgoglio più del gioco e il popolo gode

L’idea della grande impresa e la Champions con il -15 esaltano il club bianconero e i suoi tifosi
Juventus-Verona, l’orgoglio più del gioco e il popolo gode© LAPRESSE

Miretti, Locatelli, Kean: il gol dell’uno a zero per la Juventus è costruito, con perfetta geometria, da tre ragazzi italiani di 19, 25 e 23 anni. Il presente continua a mischiarsi con il futuro, che sarà giovane e italiano, frutto di un progetto generazionale in cui la Juventus cercherà se stessa e la sua essenza, guerriera come Gatti, 24 anni e un destino da Torricelli che inizia a prendere corpo. Si colgono segnali positivi in una brutta partita dei bianconeri, croccanti come un semolino nel primo tempo e in eccessiva sofferenza dopo il gol del vantaggio. Un peccato per uno stadio e un pubblico che avrebbe meritato più qualità o, al limite, un po’ più di agonismo. Allegri, tuttavia, ha scrutato il calendario con granitico pragmatismo, decidendo che Juventus-Inter di martedì è la partita più importante della stagione e, per di più, la seconda di nove da giocare in aprile, così, con Rabiot squalificato, si è tenuto quasi tutto il meglio in panchina, soprattutto Kostic sempre più cruciale per il gioco bianconero con i suoi cross.

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Kostic e il mercato Juve

A proposito di Juventus che verrà, il serbo è costato 12 milioni più 3 di bonus e guadagna 2,5 milioni a stagione: prototipo di un certo tipo di mercato che caratterizzerà le prossime campagne acquisti. Alla fine, la Juventus ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo, vincendo l’ottava partita consecutiva fra campionato ed Europa League e si porta a 4 punti dal quarto posto pur con i 15 punti di penalizzazione: il che è un risultato strepitoso, ottenuto con tutta la fierezza che, proprio quella penalizzazione, ha scatenato nella Juventus e nel suo popolo. Ieri, nel giorno della grande adunata dei club bianconeri di tutti il mondo, ha vinto l’orgoglio, non certo il gioco, ma la pazza idea di un’impresa, come sarebbe conquistare la zona Champions con una penalità di 15 punti, è più stuzzicante dello stile per un popolo che si trova a lottare contro tutto e contro tutti in questa folle stagione.

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L’importanza dei tifosi

I tifosi della Juventus, esaltati dalle parole del presidente Ferrero, sono protagonisti come e quanto i giocatori in campo, soffrono quotidianamente, sballotati da notizie (e pseudonotizie) sparate dalle cronache giudiziarie, sfogliano più i codici che gli almanacchi del calcio, vivono in uno stato di perenne e immeritata ansia, perché loro - a prescindere - sono innocenti e, in quanto tali, dovrebbero essere preservati dal casino e dai casini. Ogni vittoria, però, affila i loro sorrisi, temperando la loro goduria: riuscire ad agguantare il quarto posto fregandosene del Collegio di Garanzia dello Sport, sfidare le pene sul campo e conquistare l’obiettivo verrebbe più festeggiato degli ultimi due scudetti. E martedì c’è Juventus-Inter che oltre a essere Juventus-Inter, vale pure un pezzo di finale di Coppa Italia, altro capitolo di un romanzo epico che il popolo bianconero e la sua squadra hanno deciso di scrivere e del quale Massimiliano Allegri ha deciso di essere l’impaginatore. Nessun altro allenatore al mondo sarebbe stato in grado di gestire una situazione simile, isolando la squadra dal caos, motivandola e spingendola a credere clamorosamente in se stessa (il tutto barcamenandosi tra infortuni importanti). L’uomo degli scudetti potrebbe firmare il suo capolavoro senza vincerlo.

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Miretti, Locatelli, Kean: il gol dell’uno a zero per la Juventus è costruito, con perfetta geometria, da tre ragazzi italiani di 19, 25 e 23 anni. Il presente continua a mischiarsi con il futuro, che sarà giovane e italiano, frutto di un progetto generazionale in cui la Juventus cercherà se stessa e la sua essenza, guerriera come Gatti, 24 anni e un destino da Torricelli che inizia a prendere corpo. Si colgono segnali positivi in una brutta partita dei bianconeri, croccanti come un semolino nel primo tempo e in eccessiva sofferenza dopo il gol del vantaggio. Un peccato per uno stadio e un pubblico che avrebbe meritato più qualità o, al limite, un po’ più di agonismo. Allegri, tuttavia, ha scrutato il calendario con granitico pragmatismo, decidendo che Juventus-Inter di martedì è la partita più importante della stagione e, per di più, la seconda di nove da giocare in aprile, così, con Rabiot squalificato, si è tenuto quasi tutto il meglio in panchina, soprattutto Kostic sempre più cruciale per il gioco bianconero con i suoi cross.

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