Agnelli e Superlega, la dura vendetta del sistema calcio

Pensare male è un peccato, ma è anche un modo più spedito per avvicinarsi alla verità: come si fa a non pensare che i guai della Juventus in sede di giustizia sportiva non siano legati proprio alle antipatie collezionate dal suo ex presidente?

Poi leggeremo le motivazioni e capiremo bene la parte giuridica che sarà spiegata nel dettaglio dai giudici del Collegio di Garanzia. Ma nel frattempo, con il dispositivo in mano si può anche giocare un po’, “dietrologiare” se perdonate un orrido neologismo. Buffo vedere che il Collegio di Garanzia dello Sport, accogliendo e respingendo i ricorsi presentati, abbia diviso i protagonisti di questa vicenda in cattivi e buoni. Nei primi ci sono finiti i dirigenti, con in testa Andrea Agnelli, a questo punto condannati in via definitiva. Nei secondi c’è finita la Juventus e i membri del Consiglio di Amministrazione.

Agnelli, la Superlega e l'Uefa

La Juventus, dunque, può ancora sperare di limitare i danni (ma qualcuno ci sarà di sicuro), così come i consiglieri, mentre Andrea Agnelli e i dirigenti apicali a lui vicini possono solo procedere su strade extra sportive (e qualcuno ci sta seriamente pensando). Pensare male è un peccato, ma - ci ha insegnato uno che di queste cose aveva una discreta esperienza - è anche un modo più spedito per avvicinarsi alla verità, quindi come si fa a non pensare che i guai della Juventus in sede di giustizia sportiva non siano legati proprio alle antipatie che Andrea Agnelli ha collezionato nel corso dell’ultimo decennio e, in particolare, dal 2021 in poi, dopo la presentazione del progetto Superlega? Come si fa non ipotizzare una certa quale soddisfazione da parte dei vertici dell’Uefa nel vedere il loro peggior nemico condannato in modo così severo dalla giustizia sportiva italiana?

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Superlega, minaccia per l'Uefa e per i campionati nazionali

Dall’aprile del 2021, Andrea Agnelli è stato vissuto dal sistema calcio come un pericolo, la sua Superlega era (e per certi versi rimane) una minaccia inaccettabile per lo status quo, perché il timore delle istituzioni è che la vittima di un super torneo non sia solamente la Champions League, ma anche i campionati nazionali. Il presidente della Figc Gravina non ha mai avuto dubbi sulla posizione da prendere e, attualmente, siede alla destra di Ceferin nel governo dell’Uefa, di cui è diventato vicepresidente. Agnelli, nel frattempo è stato condannato e potrebbe subire, a breve, un’altra condanna nel processo sulla manovra stipendi. Chi osserva da fuori, compresi i presidenti di quei club che, magari, sotto sotto, stavano ripensando alla Superlega, non può non notare quanto siano forti gli anticorpi del sistema calcio nei confronti di chi lo minaccia.

Plusvalenze fittizie, le altre inchieste

Certo, non si può pensare che l’inchiesta sulla Juventus sia stata del tutto inventata, ma sarebbe curioso che per le cosiddette “plusvalenze fittizie” venisse punita solo Agnelli e la sua dirigenza, vista l’ampia diffusione della suddetta pratica (diffusione che potrebbe essere dimostrata dalle numerose inchieste delle Procure della Repubblica attivate da quella di Torino). Se così fosse, si rafforzerebbe l’idea che l’obiettivo era soprattutto chi ha provato a rovesciare il mondo del pallone e le plusvalenze (più le intercettazioni di Torino) sono state uno strumento utilissimo per il sistema immunitario del calcio. Ovviamente questo non è dimostrabile, è un giochino per ingannare il tempo in attesa delle motivazioni, perché di tempo ce n’è: per essere una giustizia che si vanta di essere veloce, ha impiegato quattro mesi per due sentenze.

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Poi leggeremo le motivazioni e capiremo bene la parte giuridica che sarà spiegata nel dettaglio dai giudici del Collegio di Garanzia. Ma nel frattempo, con il dispositivo in mano si può anche giocare un po’, “dietrologiare” se perdonate un orrido neologismo. Buffo vedere che il Collegio di Garanzia dello Sport, accogliendo e respingendo i ricorsi presentati, abbia diviso i protagonisti di questa vicenda in cattivi e buoni. Nei primi ci sono finiti i dirigenti, con in testa Andrea Agnelli, a questo punto condannati in via definitiva. Nei secondi c’è finita la Juventus e i membri del Consiglio di Amministrazione.

Agnelli, la Superlega e l'Uefa

La Juventus, dunque, può ancora sperare di limitare i danni (ma qualcuno ci sarà di sicuro), così come i consiglieri, mentre Andrea Agnelli e i dirigenti apicali a lui vicini possono solo procedere su strade extra sportive (e qualcuno ci sta seriamente pensando). Pensare male è un peccato, ma - ci ha insegnato uno che di queste cose aveva una discreta esperienza - è anche un modo più spedito per avvicinarsi alla verità, quindi come si fa a non pensare che i guai della Juventus in sede di giustizia sportiva non siano legati proprio alle antipatie che Andrea Agnelli ha collezionato nel corso dell’ultimo decennio e, in particolare, dal 2021 in poi, dopo la presentazione del progetto Superlega? Come si fa non ipotizzare una certa quale soddisfazione da parte dei vertici dell’Uefa nel vedere il loro peggior nemico condannato in modo così severo dalla giustizia sportiva italiana?

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