Juve, vuoi parlare di calcio? Senza idee, intensità e gioco

Le vicende giudiziarie incidono,  ma nemmeno il derby d’Italia contro l’Inter riesce a scuotere l’apatia di questi bianconeri
Juve, vuoi parlare di calcio? Senza idee, intensità e gioco© LAPRESSE

Juve, parliamo di calcio? Sì, lo so, se ne è quasi persa l’abitudine in questi quattro mesi, torturati dalle vicende giudiziarie e dai loro velenosi risvolti mediatici. Perché, alla fine di tutto, di calcio si dovrà parlare: è quella la ragione sociale, no? Lo straordinario lavoro di Massimiliano Allegri nella gestione psico-emotiva della squadra, pilotata abilmente nell’uragano, non può nascondere in eterno i clamorosi limiti della sua Juventus, ieri sconfitta senza neanche combattere in una partita che poteva dare un senso alla stagione, regalando la finale di Coppa Italia. Non è questione di corto muso, è che la Juventus questa volta non ce l’ha neanche messo, il muso.

Dov'è l'agonismo?

Avevamo chiesto un “derby normale”, senza risse e polemiche, ma qualcuno ci ha preso un po’ troppo alla lettera. Una delle resa dei conti stagionale ha visto una Juventus con agonismo flaccido, gioco inconsistente e uno schieramento iniziale discutibile. Il momento cruciale della stagione bianconera coincide con lo sgretolamento degli ultimi sogni e la finale di Europa League è un obiettivo proibitivo se la Juventus è quella di ieri, penosamente svuotata di ogni volontà di vincere.

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Allegri non ha tutte le colpe, ma...

Parliamo di calcio, dunque. Parliamo di una squadra che da due stagioni manca di intensità, di idee, di organizzazione, di corsa e soffre di troppi infortuni. La rosa della Juventus non è quella di Berlino o Cardiff, ma potrebbe esprimersi meglio e con maggiore coraggio. Parlare di calcio significa mettere in discussione la parte calcistica del lavoro di Allegri, farlo senza isterismi o pregiudizi, piuttosto con la visione di quello che dovrà diventare la Juventus di domani, con un programma che necessiterà di un progetto tattico e agonistico diverso. C’è chi ha trasformato la critica ad Allegri in una professione fondata sul preconcetto, spaccando il mondo in chi difende il tecnico livornese a prescindere e chi lo attaccherebbe anche avesse la coppa del mondo. Questo non ha fatto bene alla Juventus e ai suoi tifosi, perché qualsiasi scelta e qualsiasi risultato veniva piegato al proprio dogma, senza ragionare. Allegri non ha tutte le colpe, ma non può sfuggire alle sue responsabilità.

La rinascita della Juventus

La Juventus deve rinascere nella prossima stagione: non può farlo con promesse diverse da idee, intensità e coraggio, elementi da infondere in un gruppo giovane e talentuoso, che finora non si è espresso adeguatamente rispetto alle possibilità. La domanda che si devono fare i nuovi dirigenti è: Allegri è in grado di farlo? Se la risposta non fosse un sì convinto e motivato, allora un ragionamento andrebbe fatto, anche per non rischiare di buttare via un’altra stagione. Simone Inzaghi, pure lui nel mirino, non ha fatto giocare l’Inter molto meglio della Juventus nelle due semifinali, ma ha saputo dare un’anima alla squadra, una maggiore determinazione agonistica, la sensazione che fra i giocatori ci sia stata consapevolezza di cosa ci si stava giocando. Non è bella l’Inter, ma vince: quello che una volta sapeva fare la Juventus.

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Juve, parliamo di calcio? Sì, lo so, se ne è quasi persa l’abitudine in questi quattro mesi, torturati dalle vicende giudiziarie e dai loro velenosi risvolti mediatici. Perché, alla fine di tutto, di calcio si dovrà parlare: è quella la ragione sociale, no? Lo straordinario lavoro di Massimiliano Allegri nella gestione psico-emotiva della squadra, pilotata abilmente nell’uragano, non può nascondere in eterno i clamorosi limiti della sua Juventus, ieri sconfitta senza neanche combattere in una partita che poteva dare un senso alla stagione, regalando la finale di Coppa Italia. Non è questione di corto muso, è che la Juventus questa volta non ce l’ha neanche messo, il muso.

Dov'è l'agonismo?

Avevamo chiesto un “derby normale”, senza risse e polemiche, ma qualcuno ci ha preso un po’ troppo alla lettera. Una delle resa dei conti stagionale ha visto una Juventus con agonismo flaccido, gioco inconsistente e uno schieramento iniziale discutibile. Il momento cruciale della stagione bianconera coincide con lo sgretolamento degli ultimi sogni e la finale di Europa League è un obiettivo proibitivo se la Juventus è quella di ieri, penosamente svuotata di ogni volontà di vincere.

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