Juve, segnali di vita in un deserto emotivo. E se Pogba un giorno…

La squadra bianconera regala ottimismo, il centrocampista francese apre nuove speranze per un pubblico stanco e avvilito

Quell’assist di Pogba a Vlahovic, anche se non andato a buon fine, è uno squarcio che apre uno sguardo su un universo parallelo nel quale il francese non si è mai infortunato, è diventato il fulcro del gioco bianconero, dialogando con Di Maria e Fagioli, innescando Vlahovic e Chiesa. Al di là di sospirosi rimpianti, nel vedere gli ultimi minuti di Pogba, il popolo juventino può scrutare speranzosi orizzonti, perché la bislacca stagione della squadra è anche indissolubilmente legata anche alla sfortuna e alle assenze croniche, non solo alla mancanza di gioco, che anche ieri ha ammorbato la fase offensiva bianconera.

Segnali di vita

Contro il Lecce la Juventus non ha condotto una bella partita, tuttavia si sono colti segnali di vita da parte di alcuni singoli e dopo un mese di apatia prevalente è ricomparso un piglio più determinato, che ha spinto la squadra a cercare prima il secondo e poi il terzo. Certo, restano le sofferenza di una vittoria rischiata fino all’ultimo, i tanti errori di precisione, la difficoltà nel trovare Vlahovic (a parte il gol della possibile resurrezione emotiva), l’energia dispersa da Chiesa... ma dopo un aprile terrificante, maggio schiude prospettive vagamente più ottimiste, con Fagioli e Miretti tra i più meritevoli.

Stadium silenzioso

Il tutto nel desolante pomeriggio dello Stadium, silenzioso e inerte. Altro che stadio salotto! Ieri l’impianto bianconero aveva la verve di una sala d’aspetto dentistica. La Juventus in questo momento ha altri problemi: una guerra giudiziaria, costellata da ancora molte spinose battaglie; una società da completare e far funzionare con il fondamentale tassello del direttore sportivo; una stagione da portare a termine, cercando di alzare l’Europa League. Ma la Juventus, intesa come nuova dirigenza e proprietà, non può trascurare l’effetto che questa stagione e questa squadra sta avendo sul suo popolo, frustrato, vilipeso e stanco. Quello Stadium non pienissimo e silenzioso è un allarme da non sottovalutare: la Juventus deve rigenerare l’entusiasmo della sua gente, giocare in modo più convincente e convinto, innescare qualcosa che inietti linfa al senso di appartenenza e spinga a ripopolare di rumorose emozioni la sua casa.

Il colpo Pogba

In questo frangente storico, per la Juventus non è vincere «l’unica che conta», ma combattere, generare entusiasmo, fomentare orgoglio, difendersi dal fango. Passata la bufera legale, la nuova società deve quasi più ricostruire i tifosi e il rapporto che li lega. Può valere più di un grande acquisto. Tanto il colpo potrebbe essere proprio Pogba, dopo un tempo così lungo, aspettarlo non è più un problema e se quei piccoli lampi di ieri dovessero essere una prova generale per il suo grande ritorno, la scintilla per riaccendere l’orgoglio gobbo sarà sicuramente Paul. Chissà se è ancora in grado di essere il Polpo, chissà se ci sono ancora quei colpi nelle sue lunghe gambe. Nonostante l’estenuante e bizzarra stagione di attesa, il popolo bianconero lo ama ancora, perché è un legame fisico al passato felice, quando un suo tiro faceva esplodere lo Stadium, non farlo mormorare.

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