Calabrò: "Juve, la strategia difensiva dipende...dal Siviglia"

L'ex magistrato: "L’eventuale vittoria in Europa League renderebbe meno importante la classifica di A. E il patteggiamento resta possibile, soprattutto con l’accesso alla finale"

Piero Calabrò, ex magistrato, che epilogo prevede per la Juventus nel processo sulle plusvalenze alla luce delle motivazioni pubblicate dal Collegio di Garanzia dello Sport?
"Mi aspetto che il procuratore federale Chiné mantenga una linea di coerenza rispetto alla precedente richiesta. A quel punto, recependo le indicazioni del Collegio, non si dovrebbero superare i 9 punti della scorsa volta. Anzi, tutt’al più potrebbe chiedere qualcosa in meno". 
 
Per la Corte Federale d’Appello, poi, dovrebbe valere il medesimo discorso? 
"Esattamente, la rinnovata Corte a quel punto dovrebbe tenere conto come tetto massimo della precedente richiesta di 15 punti. Nella logica della dinamica processuale, in realtà, l’organo dovrebbe attenersi al limite all’indicazione del Procuratore. Ma già la scorsa volta, poi, è andata diversamente...". 
 
Che idea si è fatto, invece, della struttura delle motivazioni? 
"L’impressione è che il Collegio di Garanzia dello Sport abbia voluto blindare l’istituto della giustizia sportiva attraverso una sentenza piuttosto formalistica. La sostanza del merito, infatti, viene affrontata soltanto all’apparenza, convogliando all’interno delle decisione anche quello che non si sarebbe potuto inserire". 
 
Per esempio? 
"La revocazione del processo plusvalenze è giustificata da una stortura sostanziale, così come risulta forzato il ricorso ai “principi di lealtà” in assenza di una norma riguardo le plusvalenze stesse: si tratta di un recinto troppo ampio, all’interno del quale potenzialmente possono essere infilate le scommesse sportive al pari degli insulti a un arbitro". 
 
E poi c’è un secondo fascicolo che incombe, quello relativo a manovre stipendi, rapporti con gli agenti e partnership sospette: sensazioni a riguardo? 
"Ritengo certamente aperta la strada del patteggiamento, dal momento che non c’è il rischio di recidiva, almeno fino a quando la Corte Federale d’Appello non si sarà espressa sulle plusvalenze. La soluzione permetterebbe ai legali della Juventus di ricondurre le sanzioni all’interno di un alveo accettabile, seppur attraverso la forzatura dell’ammissione di colpa da parte di chi continua a professarsi con forza innocente. Mi pare però evidente che i nuovi amministratori bianconeri non ragionino soltanto in termini di diritto, ma anche di convenienza, dopo aver compreso di disporre di margini piuttosto stretti di fronte alla giustizia sportiva".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se la sente di azzardare una previsione? 
"Penso che l’esito della semifinale di Europa League contro il Siviglia avrà un peso nelle prossime decisioni del club. In questa stagione l’esclusione dalle coppe appare pressoché certa, a meno che la Juventus si imponga proprio in Europa. A quel punto dovrebbe necessariamente intervenire l’Uefa per decretare un’eventuale esclusione, sviluppo che certo non si può accantonare: si tratta di un’istituzione che fa e che disfa a proprio piacimento, come testimonia l’indifferenza di fronte ai precari bilanci di alcuni grandi club...".

E quindi il campo potrebbe influire sulle scelte di scrivania? 
"Se i bianconeri dovessero qualificarsi per la finale di Europa League, perché a quel punto pregiudicarsi anche la prossima stagione? Meglio scontare tutto in questa e sperare di vincere l’ultimo atto a Budapest per ottenere il pass per la prossima Champions League. Poi, certo, si tratterebbe comunque di portare avanti una scommessa: la decisione di patteggiare deve avvenire prima dell’ultimo atto in Europa, in programma per il 31 maggio". 
 
Ma riguardo il secondo filone c’è ormai la certezza di sconfinare sulla prossima stagione sportiva, in assenza di un patteggiamento? 
"La certezza non è data tanto dal calendario quanto dall’atteggiamento della Procura Federale, che si sta prendendo tutto il tempo a disposizione per ogni passaggio dell’iter". 
 
Per concludere, qual è la sua sensazione su tutta questa vicenda giudiziaria? 
"Mi sembra evidente l’orientamento punitivo della giustizia sportiva, al di là di ogni rigore e al di là della posizione della sola Juventus. A una figura come Paratici è stato inferto una sorta di ergastolo sportivo, per cui è dovuta intervenire addirittura la Fifa a fronte di un’estensione della sanzione in maniera impropria, per non parlare di quanto capitato ad Arrivabene, punito per supposti reati avvenuti quando nemmeno era in società. E cosa dire di quel che sarà in ambito penale? Vedremo se e come si arriverà a un’eventuale condanna degli imputati...".

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Piero Calabrò, ex magistrato, che epilogo prevede per la Juventus nel processo sulle plusvalenze alla luce delle motivazioni pubblicate dal Collegio di Garanzia dello Sport?
"Mi aspetto che il procuratore federale Chiné mantenga una linea di coerenza rispetto alla precedente richiesta. A quel punto, recependo le indicazioni del Collegio, non si dovrebbero superare i 9 punti della scorsa volta. Anzi, tutt’al più potrebbe chiedere qualcosa in meno". 
 
Per la Corte Federale d’Appello, poi, dovrebbe valere il medesimo discorso? 
"Esattamente, la rinnovata Corte a quel punto dovrebbe tenere conto come tetto massimo della precedente richiesta di 15 punti. Nella logica della dinamica processuale, in realtà, l’organo dovrebbe attenersi al limite all’indicazione del Procuratore. Ma già la scorsa volta, poi, è andata diversamente...". 
 
Che idea si è fatto, invece, della struttura delle motivazioni? 
"L’impressione è che il Collegio di Garanzia dello Sport abbia voluto blindare l’istituto della giustizia sportiva attraverso una sentenza piuttosto formalistica. La sostanza del merito, infatti, viene affrontata soltanto all’apparenza, convogliando all’interno delle decisione anche quello che non si sarebbe potuto inserire". 
 
Per esempio? 
"La revocazione del processo plusvalenze è giustificata da una stortura sostanziale, così come risulta forzato il ricorso ai “principi di lealtà” in assenza di una norma riguardo le plusvalenze stesse: si tratta di un recinto troppo ampio, all’interno del quale potenzialmente possono essere infilate le scommesse sportive al pari degli insulti a un arbitro". 
 
E poi c’è un secondo fascicolo che incombe, quello relativo a manovre stipendi, rapporti con gli agenti e partnership sospette: sensazioni a riguardo? 
"Ritengo certamente aperta la strada del patteggiamento, dal momento che non c’è il rischio di recidiva, almeno fino a quando la Corte Federale d’Appello non si sarà espressa sulle plusvalenze. La soluzione permetterebbe ai legali della Juventus di ricondurre le sanzioni all’interno di un alveo accettabile, seppur attraverso la forzatura dell’ammissione di colpa da parte di chi continua a professarsi con forza innocente. Mi pare però evidente che i nuovi amministratori bianconeri non ragionino soltanto in termini di diritto, ma anche di convenienza, dopo aver compreso di disporre di margini piuttosto stretti di fronte alla giustizia sportiva".

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