Juve, raddoppi o lasci?

Dopo la vittoria con la Cremonese, arrivata grazie a una buona ripresa, i bianconeri per battere gli spagnoli dovranno dare il massimo per 90', non basterà giocare soltanto un tempo

TORINO - La Juventus nuovamente senza Pogba comincia a pensare alla sfida di giovedì sera per il ritorno di Europa League a Siviglia dove non basterà non prendere gol ma farne almeno uno  in più per andare a fine mese a Budapest per la finalissima. Servirà una Juventus diversa rispetto a quella vista all’andata e pure rispetto a quella vista con la Cremonese nel primo tempo dove il ritmo è stato troppo basso per impensierire i grigiorossi, figuriamoci cosa succederebbe con quella marcia contro il Siviglia.

Note positive

Fanno sperare le incursioni di Chiesa nella seconda parte della partita e le due o tre giocate con pennellata di Di Maria, utilizzato solo nella parte finale e quindi risparmiato per dare il meglio nella gara più importante della stagione. Quella in cui non ci sarà il Polpo e il rischio deciso da Allegri e lo staff di utilizzarlo per più minuti è andato in fumo dopo appena 22. Allegri ha spiegato che prima o poi bisognava provarlo per un minutaggio maggiore ma sta di fatto che in Spagna, ora, non ci sarà. Servirà dunque una Juventus con testa, gambe e cuore al top, anche perché il Siviglia è una categoria superiore rispetto a Nantes, Friburgo e Sporting Lisbona, eliminati cammin facendo.

Più dall’attacco

La sensazione è che in questo momento il reparto migliore sia la difesa (Bremer in gol e Danilo sempre efficace sia in marcatura che in appoggio e anche alla conclusione) ma in Spagna servirà un apporto maggiore dall’attacco. Vlahovic non ha fatto granché, come Milik quando è subentrato al posto di Pogba, mentre il tris di centrocampo formato da Fagioli-Paredes-Rabiot è parso all’altezza e migliorabile con Locatelli al posto dell’argentino, comunque non male con la Cremonese. Il grande dubbio resta sulla sinistra, dove questo Iling al momento pare più in palla di Kostic ma il modulo è ancora un punto di domanda. E lo resterà sino all’ultimo con Allegri a fare, comprensibilmente, pretattica. 

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