Juve, la questione Allegri dopo il nodo ds: circola sempre un nome

Nessuna decisione sulla guida tecnica è maturata: si attende l’arrivo di un dirigente “sportivo” per dirimere il caso Max
Juve, la questione Allegri dopo il nodo ds: circola sempre un nome© Juventus FC via Getty Images

La confusione non aiuta e rende tutto l’ambiente più fragile: proprietà, dirigenza, staff tecnico, gruppo squadra. Serve fare chiarezza e tracciare una linea che possa definire le prossime mosse e il futuro a breve-medio termine della Juventus. Una linea nel segno della continuità? Presto per dirlo perché al vertice della piramide, ovvero dalle parti di John Elkann, c’è la volontà di aspettare il finale della stagione per poi tirare le somme e programmare la prossima annata che, verosimilmente, sarà senza competizioni europee. E allora che cosa aspetta la proprietà per sciogliere le riserve? Prima di tutto, mancano tre giornate alla fine di un campionato che, indipendentemente da quello che verrà deciso all’interno dei tribunali sportivi, fornirà indicazioni sull’atteggiamento della squadra e sulla futuribilità dei singoli calciatori all’interno della dimensione Juventus. E darà indicazioni ulteriori anche sulla gestione tecnica, attorno alla quale inevitabilmente si svilupperanno le scelte successive. La proprietà inoltre aspetta i prossimi giorni per capire quali saranno e quale impatto concreto avranno le sentenze della giustizia sportiva in arrivo: altro step fondamentale per avere le idee più chiare su come muoversi e soprattutto in quale direzione.

Equilibri da ritrovare

La sconfitta di Siviglia brucia e non potrebbe essere altrimenti: alla fine di 120 minuti la Juventus ha visto andare in frantumi l’unica possibilità di qualificarsi per l’Europa senza passare dalle forche caudine del campionato con la variabile penalizzazione. E al tempo stesso è andata in fumo anche la possibilità di conquistare un trofeo, un risultato che avrebbe dato tutto un altro significato a una stagione definita da Allegri “folkloristica”, un termine che rende l’idea dell’anomalia di un’annata destinata a lasciare strascichi. La sconfitta di Siviglia ha provocato ovviamente amarezza e tensioni difficili da gestire. Infatti, nel dopo gara di Siviglia, si sono alzati i toni e c’è stato un acceso scambio di opinioni tra Francesco Calvo, il responsabile dell’area sportiva, e Massimiliano Allegri. Un confronto duro, si dice, dovuto alla delusione per l’eliminazione, ma anche ad altre dinamiche. Da una parte c’è Calvo, l’uomo nuovo, il dirigente al quale è stato affidato il compito di ristrutturare l’area sportiva, a cominciare dalla scelta del ds: quella decisione andrà a incidere anche sulla posizione della guida tecnica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Allegri l’uomo voluto da Agnelli

Dall’altra parte c’è Allegri, l’uomo voluto da Andrea Agnelli per rilanciare un nuovo ciclo nel 2021: ciclo che, in due anni, ha portato a zero titoli. Ma Allegri è anche l’uomo a cui si è affidato John Elkann, qualche mese fa, al momento del terremoto che ha portato al cambio di Consiglio di Amministrazione e alla rivoluzione societaria. Non è forse un caso che il miglior momento della squadra sia coinciso con l’interregno tra la vecchia dirigenza e l’insediamento di quella nuova: quando Allegri e la squadra, insomma, erano soli contro tutti e avevano trovato una stabilità che poi si è persa. E che va ritrovata. Sì, ma come?

Due strade

La scelta del direttore sportivo imprimerà una svolta chiara. E anche su tale questione ci sono varie correnti di pensiero tra chi si aspetta un cambiamento radicale e chi invece sostiene che, in fin dei conti, va bene anche così e che basterebbe ritrovare il giusto equilibrio, senza modificarne i fattori. Il rinnovamento si chiama Cristiano Giuntoli, l’altra strada è proseguire così, con il ticket Cherubini-Manna (sul quale però pendono gli esiti dei deferimenti) e di fatto i pieni poteri affidati, per l’appunto, ad Allegri. Il cui futuro è ancorato alla Juventus da un contratto fino al 2025 economicamente pesante. Ma non è solo una questione di soldi, perché Max, in fin dei conti, è tecnico che ha estimatori e che potrebbe trovare un’altra sistemazione: magari al Psg, anche se al momento segnali non ce ne sono. E in caso di cambiamento sulla panchina bianconera il nome che gira è sempre lo stesso: Igor Tudor.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La confusione non aiuta e rende tutto l’ambiente più fragile: proprietà, dirigenza, staff tecnico, gruppo squadra. Serve fare chiarezza e tracciare una linea che possa definire le prossime mosse e il futuro a breve-medio termine della Juventus. Una linea nel segno della continuità? Presto per dirlo perché al vertice della piramide, ovvero dalle parti di John Elkann, c’è la volontà di aspettare il finale della stagione per poi tirare le somme e programmare la prossima annata che, verosimilmente, sarà senza competizioni europee. E allora che cosa aspetta la proprietà per sciogliere le riserve? Prima di tutto, mancano tre giornate alla fine di un campionato che, indipendentemente da quello che verrà deciso all’interno dei tribunali sportivi, fornirà indicazioni sull’atteggiamento della squadra e sulla futuribilità dei singoli calciatori all’interno della dimensione Juventus. E darà indicazioni ulteriori anche sulla gestione tecnica, attorno alla quale inevitabilmente si svilupperanno le scelte successive. La proprietà inoltre aspetta i prossimi giorni per capire quali saranno e quale impatto concreto avranno le sentenze della giustizia sportiva in arrivo: altro step fondamentale per avere le idee più chiare su come muoversi e soprattutto in quale direzione.

Equilibri da ritrovare

La sconfitta di Siviglia brucia e non potrebbe essere altrimenti: alla fine di 120 minuti la Juventus ha visto andare in frantumi l’unica possibilità di qualificarsi per l’Europa senza passare dalle forche caudine del campionato con la variabile penalizzazione. E al tempo stesso è andata in fumo anche la possibilità di conquistare un trofeo, un risultato che avrebbe dato tutto un altro significato a una stagione definita da Allegri “folkloristica”, un termine che rende l’idea dell’anomalia di un’annata destinata a lasciare strascichi. La sconfitta di Siviglia ha provocato ovviamente amarezza e tensioni difficili da gestire. Infatti, nel dopo gara di Siviglia, si sono alzati i toni e c’è stato un acceso scambio di opinioni tra Francesco Calvo, il responsabile dell’area sportiva, e Massimiliano Allegri. Un confronto duro, si dice, dovuto alla delusione per l’eliminazione, ma anche ad altre dinamiche. Da una parte c’è Calvo, l’uomo nuovo, il dirigente al quale è stato affidato il compito di ristrutturare l’area sportiva, a cominciare dalla scelta del ds: quella decisione andrà a incidere anche sulla posizione della guida tecnica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve, la questione Allegri dopo il nodo ds: circola sempre un nome
2
 

Juve, i migliori video