Il metodo Calvo: così sta cambiando faccia alla Juventus

Il responsabile dell'area sportiva del club è sempre più addentro alle questioni calcistiche nella sua seconda vita in bianconero

Da quando è ritornato, Francesco Calvo ha cambiato la Juve. Ma il suo lavoro è solo all’inizio, nella sua seconda vita in bianconero. In quella precedente, prima che le strade si separassero, l’attuale responsabile dell’area sportiva si occupava di altro: poi le esperienze formative a Barcellona e Roma, sempre in ambiti non prettamente legati al calcio giocato, ne hanno forgiato carattere e curriculum, fino al riallineamento dei pianeti. Caduto il CdA con alla guida Andrea Agnelli, il rinnovamento della Juventus è passato dalle scelte di John Elkann: essendo Calvo un professionista stimato all’interno dell’universo Exor, il suo nome è stato uno dei primi sui quali rifondare il club in questa nuova struttura. Non propriamente un uomo di calcio, ma un manager che nel calcio ormai naviga da anni e che sta cominciando a lasciare la sua impronta in questi mesi, a partire dalla scelta sul direttore sportivo.

Calvo, la scelta di Elkann. E Giuntoli...

Se il presidente Ferrero e l’ad Scanavino sono figure manageriali top, ma non specialisti dello sport, Calvo è invece il professionista scelto da Elkann per individuare i profili giusti per ristrutturare e rilanciare l’area sportiva. La paternità dell’idea di puntare su Giuntoli è sua, per quanto condivisa: per sapere se l’operazione andrà in porto, con il via libera del Napoli per lasciar partire il direttore sportivo, bisognerà aspettare ancora qualche giorno.

Giuntoli e il piano B di Calvo per la Juve

Ma c’è da scommettere sul fatto che Calvo abbia già pronto un piano B, magari diverso da quello che prevederebbe la promozione di Manna dalla Next Gen (nuove voci su Longoria dal Marsiglia). Decisionista, tanto da operare sulla scelta del direttore sportivo in autonomia, pur con la condivisione e l’appoggio dell’ad Scanavino: una direzione che in un certo modo toglie qualche potere a Massimiliano Allegri, ma che riporta tutto a una precisa dimensione all’interno della quale ogni figura professionale svolge il proprio compito, con armonia però anche senza invasioni di campo. Il metodo Calvo dovrà andare di pari passo con l’esigenza della società di ridimensionare i costi senza, tuttavia, abbassare l’asticella delle ambizioni: non sarà semplice, ma c’è tempo per sviluppare il progetto, a stagione finita.

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