Juve, le coppe conti alla mano: quanto valgono Champions, Europa o Conference

Ottenuta la qualificazione in Europa, il club bianconero saprà dove giocherà dopo le ultime due giornate, giustizia e Uefa permettendo

Si fa presto a dire Europa. C’è la Champions e il suo fascino indiscusso, ci sono l’Europa League e la Conference, che trasmettono pur sempre passioni emozioni e suggestioni, anche su campi più ruspanti e meno faraonici. E alla fine, si tratta sempre di Coppe da alzare al cielo: se il cuore continua a battere forte, è il portafoglio a lamentarsi perché non c’è paragone sui ricavi che le tre Coppe riservano visto che la Champions vale almeno tre volte l’Europa League, soltanto come premi Uefa. Un distacco abissale che ha portato, per molti anni in passato, i club italiani a snobbare le Coppe minori, poco remunerative rispetto al dispendio di energie e alle ripercussioni sul campionato. Anche la Juventus, in questa stagione folkloristica e difficoltosa, è costretta a fare i conti con una classifica da montagne russe che, in questo momento, con una penalizzazione di dieci punti e a due giornate dal termine del campionato la vede al settimo posto e quindi ancora in corsa, teoricamente, anche per la Champions, ma sicuramente per una Coppa meno prestigiosa.

Juve, quanti soldi dalla Champions

Al netto della nuova penalizzazione sulle manovre stipendi attesa per metà giugno, salvo eventuali patteggiamenti, e al netto dell’inchiesta Uefa che potrebbe estrometterla dall’Europa nonostante la squadra di Massimiliano Allegri conquistasse l’accesso alle Coppe sul campo, non andare in Champions rappresenterebbe un bagno di sangue per la Juventus. È da undici stagioni, con il primo scudetto vinto con Antonio Conte in panchina, che il club si piazza tra le prime quattro in Serie A: in undici edizioni ha ottenuto dall’Uefa ricavi per 873,5 milioni, con una media di quasi 80 a stagione. Il top nel 2016-17 con la seconda finale, contro il Real Madrid, quando gli introiti sono arrivati a quota 110,4 milioni, quest’anno, invece, con la retrocessione dopo la fase a gironi in Europa League si sono fermati a 63 milioni (53 dalla Champions e 10 dall’Europa League). E questi numeri riguardano soltanto i premi Uefa, ai quali occorre aggiungere anche i ricavi da botteghino e i bonus legati agli sponsor.

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La differenza tra Champions, Europa e Conference League

Per capire la differenza tra Champions da un lato ed Europa League/Conference dall’altra, sono sufficienti pochi numeri: nella fase a gironi di Champions ogni vittoria vale 2,8 milioni e ogni pareggio 930.000, cifre che si abbassano sensibilmente in Europa League (630.000 e 210.000) e in Conference (500 mila e 166 mila). Un ottavo di finale porta 9,6 milioni in Champions, 1,2 milioni in Europa League e 600 mila euro in Conference. Qualificarsi alla finale in Champions garantisce 15,5 milioni nelle casse del club, in Europa League 4,6 milioni, in Conference 3.

Gli incassi di Roma, Fiorentina e Inter

La Roma, in procinto di giocarsi la finale di Europa League contro il Siviglia, può arrivare fino a una ventina di milioni di premi Uefa, l’anno scorso alzando la Conference aveva incassato tra premi, market pool e botteghino un assegno da 30 milioni. La Fiorentina, finalista quest’anno della Conference, ha già ottenuto 10,37 milioni escludendo market pool e altri possibili bonus. E l’Inter in finale di Champions? In caso di vittoria i nerazzurri raggiungerebbero premi per poco più di 100 milioni. E altri ne arriverebbero dalla partecipazione alla Supercoppa Europea. Non serve la calcolatrice alla Juventus per capire la stangata economica a cui va incontro.

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Si fa presto a dire Europa. C’è la Champions e il suo fascino indiscusso, ci sono l’Europa League e la Conference, che trasmettono pur sempre passioni emozioni e suggestioni, anche su campi più ruspanti e meno faraonici. E alla fine, si tratta sempre di Coppe da alzare al cielo: se il cuore continua a battere forte, è il portafoglio a lamentarsi perché non c’è paragone sui ricavi che le tre Coppe riservano visto che la Champions vale almeno tre volte l’Europa League, soltanto come premi Uefa. Un distacco abissale che ha portato, per molti anni in passato, i club italiani a snobbare le Coppe minori, poco remunerative rispetto al dispendio di energie e alle ripercussioni sul campionato. Anche la Juventus, in questa stagione folkloristica e difficoltosa, è costretta a fare i conti con una classifica da montagne russe che, in questo momento, con una penalizzazione di dieci punti e a due giornate dal termine del campionato la vede al settimo posto e quindi ancora in corsa, teoricamente, anche per la Champions, ma sicuramente per una Coppa meno prestigiosa.

Juve, quanti soldi dalla Champions

Al netto della nuova penalizzazione sulle manovre stipendi attesa per metà giugno, salvo eventuali patteggiamenti, e al netto dell’inchiesta Uefa che potrebbe estrometterla dall’Europa nonostante la squadra di Massimiliano Allegri conquistasse l’accesso alle Coppe sul campo, non andare in Champions rappresenterebbe un bagno di sangue per la Juventus. È da undici stagioni, con il primo scudetto vinto con Antonio Conte in panchina, che il club si piazza tra le prime quattro in Serie A: in undici edizioni ha ottenuto dall’Uefa ricavi per 873,5 milioni, con una media di quasi 80 a stagione. Il top nel 2016-17 con la seconda finale, contro il Real Madrid, quando gli introiti sono arrivati a quota 110,4 milioni, quest’anno, invece, con la retrocessione dopo la fase a gironi in Europa League si sono fermati a 63 milioni (53 dalla Champions e 10 dall’Europa League). E questi numeri riguardano soltanto i premi Uefa, ai quali occorre aggiungere anche i ricavi da botteghino e i bonus legati agli sponsor.

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