Nuova Juve, passivo previsto: -115 milioni: l'aiuto della Next Gen

La rifondazione passa dalla riduzione dei costi e degli investimenti sul mercato. Sotto questo aspetto, la seconda squadra è una benedizione
Nuova Juve, passivo previsto: -115 milioni: l'aiuto della Next Gen© Juventus FC via Getty Images

C'è un passaggio molto significativo del comunicato con il quale la Juve ha commentato la fine dei processi sportivi a suo carico. Esso recita testualmente: "La definizione di tutti i procedimenti sportivi Figc aperti consente alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che, inevitabilmente, discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva e, in particolare,  sulla programmazione complessiva della prossima stagione (sia con riferimento alle attività sportive che per quanto attiene ai rapporti di business con gli sponsor, le altre controparti commerciali e quelle finanziarie)". Chiusa la partita con la giustizia calcistica, la Juve può finalmente concentrarsi sul futuro, consapevole che avrà molto lavoro da fare. La situazione dei conti non permette esitazioni lungo la strada del risanamento, a cominciare dal passivo dell'attuale esercizio che, al suo compimento fra 30 giorni, si profila oscillante attorno ai 115 milioni di euro. Negli ultimi tre anni e mezzo, la proprietà ha iniettato 700 milioni di euro nelle casse societarie, fondamentali per fronteggiare l'emergenza, acuita dalla pandemia e scandita dai passivi accusati nel 2020 (-93 milioni), nel 2021 (-227 milioni) e nel 2022 (-239 milioni).

L’altra faccia della medaglia

Nonostante la deludente campagna in Champions League (5 sconfitte nelle 6 partite della fase a gironi, record negativo assoluto nella storia bianconera nell'ambito del massimo torneo continentale), grazie alla riduzione del monte ingaggi e alla contrazione degli ammortamenti, la previsione al 30 giugno parla di un passivo dimezzato rispetto al 2022. Tuttavia, per continuare lungo la strada imboccata e per attutire le conseguenze della mancata partecipazione alla prossima Champions, s'imporranno almeno una-due cessioni eccellenti (Chiesa? Vlahovic?) e un'ulteriore sforbiciata al costo dei tesserati. Sotto questo aspetto, aiuteranno di certo gli addii annunciati a Di Maria e a Paredes, nonché quello sempre più probabile di Rabiot. Nelle ultime undici stagioni europee è stato calcolato che la Juve abbia registrato introiti Uefa per quasi 900 milioni di euro. Si capisce perché, dopo il patteggiamento con la giustizia sportiva italiana, ora alla Continassa attendano notizie importanti da Nyon. Un'eventuale esclusione di un anno dalle coppe europee comporterebbe ulteriori sacrifici. C'è, comunque, l'altra faccia della medaglia: in uno dei periodi più tormentati della sua storia ultracentenaria, la Juve può attingere linfa vitale dalla seconda squadra, con grande lungimiranza varata nel 2018: Fagioli, Miretti, Soulé, Iling Junior, Barrenechea, Barbieri sono approdati nel giro dei titolari, altri talenti sono in rampa di lancio. Ossigeno puro per la rifondazione.

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