Patteggiamento Juve, esclusione Chievo e il precedente Inter: le risposte

Processo plusvalenze, stipendi, agenti e partnership sospette: equivoci, errori e fraintendimenti. Il vademecum per chiarire
Patteggiamento Juve, esclusione Chievo e il precedente Inter: le risposte

La Juve si è dichiarata colpevole?

No, la Juventus non si è dichiarata colpevole. Contestualmente all’accordo trovato con il procuratore federale Giuseppe Chiné, sono state depositate note in cui si sottolineava la ragione di opportunità del patteggiamento, avvenuto senza ammissione di colpa. Accettare un beneficio di legge che permette di evitare penalizzazioni o misure interdittive non significa dichiararsi colpevoli. Questo aspetto è rimarcato anche nel comunicato bianconero in cui il club ribadisce «la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive» e spiega che tuttavia ha ritenuto di patteggiare «nel miglior interesse della società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders».

Perché non sono stati tolti altri punti alla Juventus?

I legali della Juventus e dei dirigenti bianconeri Bellacosa, Sangiorgio e Tortorella, più Apa che difendeva Paratici, sono riusciti a convincere prima Chiné e poi i giudici del Tribunale del fatto che era stato illogico istruire un doppio processo e scindere il filone plusvalenze e il filone stipendi/procuratori/partnership sospette visto che in ballo c’erano la stessa dirigenza, lo stesso lasso di tempo, le stesse finalità. E che, dunque, inglobando tutto l’inglobabile, i 10 punti in meno già inflitti potevano considerarsi sufficientemente afflittivi e penalizzanti, equi e ragionevoli. Ergo, che sarebbe stato sufficiente aggiungere una sanzione economica. Sanzione economica che in totale, di fatto, considerando la penalizzazione in classifica implica una “multa” per la Juventus di quasi 100 milioni di euro: il passaggio dal 3° al 7° posto costa tra i 7 e i 10 milioni di euro e la mancata partecipazione alla Champions League pesa per almeno 60-70 milioni di mancati introiti (premio base di 15,6 milioni; ranking decennale da 25-30 milioni più le variabili market pool 1 e 2).

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Ha senso confrontare il caso Juventus con il caso Chievo, condannato per plusvalenze fittizie nel campionato 2018-19? E con i casi Milan e Inter nel 2008?

Sulla comparazione tra caso Chievo e caso Juventus si sta equivocando. Chi lamenta un differente trattamento Chievo-Juventus, confonde la vicenda plusvalenze con altri guai in cui i clivensi si sono cacciati in seguito. Il Chievo è stato infatti, più o meno come la Juventus, condannato con l’accusa di aver contabilizzato nei bilanci plusvalenze fittizie e immobilizzazioni immateriali in modo da far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente (peraltro, in quel caso, allo scopo di ottenere la licenza nazionale e l’iscrizione al campionato). Ma la sua condanna - passata in giudicato nel febbraio 2019 - è stata di “appena” 3 punti di penalizzazione e 200mila euro di multa. Proporzionale, a ben pensarci, con i 10 punti e 718mila euro comminati alla Juventus. Oltretutto nel caso Chievo i 3 punti non erano stati afflittivi visto che il club è retrocesso da ultimo in classifica, ad addirittura 21 punti di distanza dalla salvezza. confonde In seguito non è stato ammesso al campionato di Serie B 2021-22 per irregolarità fiscali e contributive. Fa invece riflettere il confronto con i casi Milan-Inter del 2008: l’accusa era di falso in bilancio mediante l’uso di plusvalenze fittizie propedeutico all’ammissione ai campionati 2004-05 e 2005-06. I due club si scambiavano giocatori che, in alcuni casi, avevano addirittura denunciato che tali trasferimenti fossero a loro insaputa con contratti mai firmati. Le società patteggiarono: 90mila euro ciascuna, più ammende tra i 20mila e 60mila euro per i dirigenti».

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La Juventus può ancora rivolgersi al Collegio di Garanzia contro il -10?

No, il patteggiamento a 718mila euro di ammenda successiva al deferimento per stipendi, rapporti con procuratori e partnership con club implica la rinuncia alla impugnazione della decisione della Corte federale dello scorso 22 maggio e della decisione del Collegio di Garanzia del Coni dello scorso 20 aprile.

Perché la Juve ha scelto di patteggiare?

L’ha spiegato il club stesso, in una nota: «La definizione di tutti i procedimenti sportivi Figc aperti consente infatti di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva ed in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione».

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Perché la Figc ha accolto con sollievo il patteggiamento della Juventus?

«La rinuncia della Juventus all’impugnazione delle decisioni della Corte federale d’appello consente alla Figc di consegnare la classifica di Serie A all’Uefa senza che questa sia sub iudice e si mette al sicuro dal rischio di una causa al Tar, con eventuale risarcimento monstre.

Perché Agnelli non ha patteggiato?

In realtà Andrea Agnelli sta ancora cercando un accordo con il procuratore Chiné. A differenza della Juventus - che voleva chiudere la vicenda quanto prima - l’ex presidente ha meno fretta. Non era soddisfatto delle controproposte, insisterà nella trattativa.

Quando interverrà la Uefa?

La Uefa ha aperto lo scorso dicembre un fascicolo per violazione del Fair play. Ora che si è chiuso l’Iter della Giustizia sportiva nazionale, hanno modo di intervenire gli organi di controllo europei. Considerando i tempi stretti (a fine agosto si giocano i playoff della Conference League) è lecito attendersi una prima sentenza entro metà giugno, alla quale la Juventus potrà appellarsi in secondo grado ed eventualmente ricorrere al Tas. La Juve rischia l’esclusione dalle coppe per uno (o al massimo due anni) o una multa milionaria.

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La Juve si è dichiarata colpevole?

No, la Juventus non si è dichiarata colpevole. Contestualmente all’accordo trovato con il procuratore federale Giuseppe Chiné, sono state depositate note in cui si sottolineava la ragione di opportunità del patteggiamento, avvenuto senza ammissione di colpa. Accettare un beneficio di legge che permette di evitare penalizzazioni o misure interdittive non significa dichiararsi colpevoli. Questo aspetto è rimarcato anche nel comunicato bianconero in cui il club ribadisce «la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive» e spiega che tuttavia ha ritenuto di patteggiare «nel miglior interesse della società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders».

Perché non sono stati tolti altri punti alla Juventus?

I legali della Juventus e dei dirigenti bianconeri Bellacosa, Sangiorgio e Tortorella, più Apa che difendeva Paratici, sono riusciti a convincere prima Chiné e poi i giudici del Tribunale del fatto che era stato illogico istruire un doppio processo e scindere il filone plusvalenze e il filone stipendi/procuratori/partnership sospette visto che in ballo c’erano la stessa dirigenza, lo stesso lasso di tempo, le stesse finalità. E che, dunque, inglobando tutto l’inglobabile, i 10 punti in meno già inflitti potevano considerarsi sufficientemente afflittivi e penalizzanti, equi e ragionevoli. Ergo, che sarebbe stato sufficiente aggiungere una sanzione economica. Sanzione economica che in totale, di fatto, considerando la penalizzazione in classifica implica una “multa” per la Juventus di quasi 100 milioni di euro: il passaggio dal 3° al 7° posto costa tra i 7 e i 10 milioni di euro e la mancata partecipazione alla Champions League pesa per almeno 60-70 milioni di mancati introiti (premio base di 15,6 milioni; ranking decennale da 25-30 milioni più le variabili market pool 1 e 2).

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