La Juve conferma Allegri fra qualche malumore: si riparte dagli uomini

Chiesa e i giovani affamati devono essere la chiave per la rinascita: va ribaltato tutto quello che non ha funzionato nelle ultime due stagioni

Curioso che durante la loro meravigliosa festa, i tifosi del Napoli, ubriachi di gioia, salutavano con una lacrima l’addio del loro allenatore Luciano Spalletti, proprio mentre quelli della Juventus, sollevati dalla fine di una stagione di sofferenze assortite, accoglievano malcontenti la notizia della conferma di Massimiliano Allegri. E diventa ancora più curioso se si pensa che undici mesi fa, all’inizio del ritiro, il Napoli veniva contestato insieme al suo presidente, mentre la Juventus faceva lievitare entusiasmo e speranze. I destini si incrociano e, talvolta, si ribaltano: il calcio sa essere imprevedibile, è capace di sovvertire la logica e ribaltare qualsiasi convinzione in un tempo relativamente breve. Nel primo giorno ufficiale da campione d’Italia, il Napoli cerca un allenatore.

Juve, Conference e afflittività

Nel primo giorno da settima in classifica (non arrivava così dietro dall’anno terribile di Delneri), la Juventus si tiene il suo allenatore e affronta quella che sarà una salita dolomitica senza particolare entusiasmo intorno a sé e la prospettiva di partecipare alla prossima Conference League, non il massimo. Tant’è che le intimidazioni dell’Uefa sull’esclusione dall’Europa non sonano così minacciose per la Juventus e c’è chi dice, scherzando fino a un certo punto, che la vera afflittività sarebbe fargliela fare, la Conference, ai bianconeri, altro che liberargli i giovedì sera. Una squadra che deve ricostruire necessiterebbe di settimane libere, non di una massacrante tournée nell’Europa minore.

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Juve, da chi ripartire?

Il finale di campionato, con l’inutile e, tanto per cambiare, sofferta vittoria sull’Udinese, tuttavia indica almeno un sentiero da cui ricominciare il cammino: Federico Chiesa chiude con un gol il calvario del suo ritorno dall’infortunio al ginocchio. È uno dei migliori giocatori italiani, ha uno spirito molto juventino, ha l’età e il talento per diventare un leader o un trascinatore della Juventus del futuro. In un momento in cui la nuova dirigenza deve compiere scelte importanti, Chiesa e quelli come lui possono essere un punto di riferimento.

L’allenatore che serve

Non sarà una Juventus ricca quella che ricomincerà da una campagna più di cessioni che di acquisti, avrà bisogno di uomini, di ragazzi affamati, di gente che creda fortemente nella rinascita agonistica di un club in uno dei momenti più difficili della sua storia. E alla guida di questo gruppo, serve un allenatore che abbia la voglia di insegnare loro come deve giocare una Juventus con l’obbligo di tornare a vincere, che abbia la forza di volontà di lavorare con costanza, cambiando tutto quello che non ha funzionato nelle ultime due stagioni.

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Curioso che durante la loro meravigliosa festa, i tifosi del Napoli, ubriachi di gioia, salutavano con una lacrima l’addio del loro allenatore Luciano Spalletti, proprio mentre quelli della Juventus, sollevati dalla fine di una stagione di sofferenze assortite, accoglievano malcontenti la notizia della conferma di Massimiliano Allegri. E diventa ancora più curioso se si pensa che undici mesi fa, all’inizio del ritiro, il Napoli veniva contestato insieme al suo presidente, mentre la Juventus faceva lievitare entusiasmo e speranze. I destini si incrociano e, talvolta, si ribaltano: il calcio sa essere imprevedibile, è capace di sovvertire la logica e ribaltare qualsiasi convinzione in un tempo relativamente breve. Nel primo giorno ufficiale da campione d’Italia, il Napoli cerca un allenatore.

Juve, Conference e afflittività

Nel primo giorno da settima in classifica (non arrivava così dietro dall’anno terribile di Delneri), la Juventus si tiene il suo allenatore e affronta quella che sarà una salita dolomitica senza particolare entusiasmo intorno a sé e la prospettiva di partecipare alla prossima Conference League, non il massimo. Tant’è che le intimidazioni dell’Uefa sull’esclusione dall’Europa non sonano così minacciose per la Juventus e c’è chi dice, scherzando fino a un certo punto, che la vera afflittività sarebbe fargliela fare, la Conference, ai bianconeri, altro che liberargli i giovedì sera. Una squadra che deve ricostruire necessiterebbe di settimane libere, non di una massacrante tournée nell’Europa minore.

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