Abbonamento allo Stadium, tifosi Juve tra fedeltà e sfiducia

Campagna del club bianconero in un momento critico per la società e per l'ambiente: abbiamo sentito il parere di undici persone che devono rinnovare

Da due stagioni la Juventus non vince un titolo e l’ultima annata, difficile e “folkloristica”, ha affievolito non la passione dei tifosi bianconeri, ma la voglia di andare allo stadio. Così, nel nostro breve sondaggio sulle intenzioni di rinnovare l’abbonamento allo Stadium, c’è una netta divisione tra chi conferma e chi no il proprio posto in tribuna.

Campagna abbonamenti Juve
 
Luigi Tizzoni, di Torino  
«Sono juventino, per me essere abbonato è una scelta di vita e l’allenatore non è un fattore dirimente nella scelta. Ci sono stati tanti casini quest’anno, io sono dalla parte di Allegri: quest’anno è stato un disastro, ma siamo solo a metà del suo nuovo ciclo. Questi non sono motivi per non andare allo stadio: troppo facile esserci solo quando le cose vanno bene. Ma al di là della Juve, sono le tante amicizie che ho in Curva che mi spingono a rinnovare l’abbonamento. Dobbiamo trasformare lo Stadium in una bolgia, ci serve entusiasmo».
 
Tiziano Uez, di Trento
«Sono un abbonato in tribuna centrale e un tifoso di lunga data. Cinque anni fa ho ripreso l’abbonamento ma adesso non lo rinnovo: il motivo non è nel venir meno del mio tifo, ma per una questione organizzativa. A ogni abbonamento possono essere associati solo 5 nominativi, vorrei che venisse eliminato questo limite. Ho un’azienda, a Torino verrò per 4-5 partite, per le altre vorrei cedere l’abbonamento ai miei collaboratori. Non capisco che vantaggi abbia la Juve con questo limite: se io mando 10 coppie diverse, più persone vanno allo stadio più si affezionano alla Juve e forse comprano pure le magliette o visitano il Museum».
 
Alberto Puglisi, di Acireale
«Sono abbonato da quando è stato costruito lo Stadium, tribuna Sivori, secondo anello. Sono uno juventino doc da generazioni e tifoso equilibrato: quando la Juve perde me ne faccio una ragione, anche se mi spiace. Penso che si debba essere fedele alla propria passione perciò rinnoverò l’abbonamento fino a quando me la sentirò, anche perché arrivare dalla Sicilia non è uno scherzo. Non siamo ben assistiti con le linee aree, spesso sono costretto a volare su Bologna o Milano. Quando non posso lo cedo a famigliari, amici e colleghi. Sono un agente di commercio e l’abbonamento è aziendale: mi è servito molto anche sul lavoro, come premio a clienti o collaboratori». 

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Lorenzo Bertoldini, di Torino  

«Non sono più disposto ad abbonarmi, almeno per ora. Tutto quello che è successo lo scorso anno ha lasciato il segno, ma soprattutto perché resta ancora Allegri: con un allenatore come lui non si può vedere un calcio decente».
 
Cinzia Miredi, di Corsico
«Non ho avuto dubbi sul rinnovo. Il primo abbonamento risale al 2006, l’anno della B. Il mio è un atto di fede: le vicissitudini giudiziarie o l’allenatore sono il contorno rispetto alla passione per i colori bianconeri. Quest’anno il costo dell’abbonamento è pure diminuito: ho apprezzato la scelta della società, è stata una mano tesa verso noi tifosi».  
 
Giovanni Rum, di Porto Ercole
«Dopo 10 anni non rinnovo: la società non si è comportata da Juventus, non si è difesa a spada tratta e ha mancato di rispetto anche a noi tifosi, che ci sacrifichiamo e spendiamo soldi. ll patteggiamento ci fa sembrare colpevoli, ci siamo accontentati del settimo posto, accettando il male minore, come nel 2006, anziché del terzo posto che ci garantiva la Champions. Se ci fossero ancora l’Avvocato o suo fratello Umberto non sarebbe successo. In seconda battuta, anche per il non gioco di Allegri: prima lo stimavo tanto, ma aveva ereditato la squadra di Conte...».
 
Giorgio Zunino, di Torino
«Sto ancora decidendo, ma alla fine l’amore nei confronti della Juve e le amicizie coltivate nel tempo allo Stadium avranno la meglio. Sebbene ci sarebbero molti motivi per dire no, a cominciare dalla scelta di proseguire con Allegri: negli ultimi due anni non abbiamo mai visto uno straccio di crescita. E chi va allo stadio lo fa anche per vedere uno spettacolo degno, una squadra che sia capace di farti appassionare».
 
Luca Carpinello Odone, di Torino
«Sono abbonato allo Stadium da Juventus-Parma del 2011, ma ho deciso di non rinnovarelo. Non ridurrei il discorso alla scelta di proseguire con Allegri, che è comunque gravissima, ma a tutto il contesto: i prezzi troppo alti e il poco rispetto nei confronti degli abbonati, ma anche lo spettacolo di basso livello offerto in campo. E poi non mi sono piaciute determinate scelte della società: il patteggiamento, l’entrata nella Superlega e adesso il passo indietro dopo le minacce dell’Uefa».
 
Giovanni Nieto, di Porto Ercole
«All’abbonamento allo stadio non rinuncio. Ho disdetto quelli alla tv, ma quando posso vado a vedere la Juve dal vivo, ho il mio posto in Curva Sud da 15 anni. Sono successe tante cose quest’anno, noi tifosi non conosciamo tutte le dinamiche, però è duro da digerire il -10».  
 
Paolo Esposito, di Torino  
«Dopo vent’anni non mi abbonerò quest’anno. I discorsi sono legati essenzialmente ad Allegri: la filosofia del corto muso non mi piace. Non mi piace vedere gente come Chiesa, Vlahovic, Milik e Di Maria giocare in maniera difensiva. Questa non è la Juventus, questa non è mai stata la Juventus. E la società non mi piace: ci sono ottimi gestori, ma pochi conoscitori di calcio. Ma con Allegri non si vedrà mai un calcio propositivo: i prezzi degli abbonamenti sono alti e lo spettacolo non merita certe cifre».

Roberto Colombo, di Torino  
«Tutti, me compreso, vorrebbero una dirigenza e un allenatore che risponda alle nostre personali esigenze, ma a mio parere disertare lo stadio non è la reazione giusta. L'amore e la passione per la maglia bianconera vengono sempre prima di tutto, quindi rinnovo il mio abbonamento».

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Da due stagioni la Juventus non vince un titolo e l’ultima annata, difficile e “folkloristica”, ha affievolito non la passione dei tifosi bianconeri, ma la voglia di andare allo stadio. Così, nel nostro breve sondaggio sulle intenzioni di rinnovare l’abbonamento allo Stadium, c’è una netta divisione tra chi conferma e chi no il proprio posto in tribuna.

Campagna abbonamenti Juve
 
Luigi Tizzoni, di Torino  
«Sono juventino, per me essere abbonato è una scelta di vita e l’allenatore non è un fattore dirimente nella scelta. Ci sono stati tanti casini quest’anno, io sono dalla parte di Allegri: quest’anno è stato un disastro, ma siamo solo a metà del suo nuovo ciclo. Questi non sono motivi per non andare allo stadio: troppo facile esserci solo quando le cose vanno bene. Ma al di là della Juve, sono le tante amicizie che ho in Curva che mi spingono a rinnovare l’abbonamento. Dobbiamo trasformare lo Stadium in una bolgia, ci serve entusiasmo».
 
Tiziano Uez, di Trento
«Sono un abbonato in tribuna centrale e un tifoso di lunga data. Cinque anni fa ho ripreso l’abbonamento ma adesso non lo rinnovo: il motivo non è nel venir meno del mio tifo, ma per una questione organizzativa. A ogni abbonamento possono essere associati solo 5 nominativi, vorrei che venisse eliminato questo limite. Ho un’azienda, a Torino verrò per 4-5 partite, per le altre vorrei cedere l’abbonamento ai miei collaboratori. Non capisco che vantaggi abbia la Juve con questo limite: se io mando 10 coppie diverse, più persone vanno allo stadio più si affezionano alla Juve e forse comprano pure le magliette o visitano il Museum».
 
Alberto Puglisi, di Acireale
«Sono abbonato da quando è stato costruito lo Stadium, tribuna Sivori, secondo anello. Sono uno juventino doc da generazioni e tifoso equilibrato: quando la Juve perde me ne faccio una ragione, anche se mi spiace. Penso che si debba essere fedele alla propria passione perciò rinnoverò l’abbonamento fino a quando me la sentirò, anche perché arrivare dalla Sicilia non è uno scherzo. Non siamo ben assistiti con le linee aree, spesso sono costretto a volare su Bologna o Milano. Quando non posso lo cedo a famigliari, amici e colleghi. Sono un agente di commercio e l’abbonamento è aziendale: mi è servito molto anche sul lavoro, come premio a clienti o collaboratori». 

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