"Pogba, vi dico le vere condizioni. Andreini? La Juve ha un fuoriclasse"

Alla scoperta dei segreti della preparazione bianconera: "Paul un altro rispetto a quello che arrivò da Manchester. I frutti del lavoro del capo performance sono già visibili"

Cosa aspettarsi dalla nuova Juventus? Che comporta fare una tournée di esibizioni nella preseason? Come stanno Pogba e Vlahovic? A rispondere è Domenico Celsi, preparatore atletico professionista e consulente di varie società pro di calcio, pallavolo e basket. Le sue analisi si possono ritrovare anche sul canale Twitch "In forma col pallone".

La stagione della Juve sta per iniziare: a cosa serve la preparazione?

"Partiamo dal chiarire una cosa: la preparazione serve per raggiungere una condizione fisica basale, propedeutica alla condizione ottimale alla quale si arriva giocando. "La squadra sta entrando in condizione", questa frase che si ripete spesso, che vuol dire? Vuol dire che più si gioca più si trova la condizione, le partite della tournée serviranno anche a questo. Il lavoro del raduno e del ritiro serve a decomprimere e poi ad aumentare i giri del motore del corpo dell'atleta, perché non si deve raggiungere il top della condizione a fine agosto con una stagione davanti. Premesso che il tipo di lavoro varia da team a team e che le metodologie rispetto ad anni fa sono cambiate, ai test ci si presenta al 50-60%, in una condizione base. Certo, bisogna comunque presentarsi avendo fatto vita da atleta, senza aver fatto eccessi e con dei lavori effettuati sia di tipo aerobico che di forza specifica, esercizi coordinativi e mobilità articolare".

"Il lavoro estivo prima del ritiro è fondamentale per il reset dei pattern motori e colmare i deficit (catene cinetiche, ipertrofia), correggendo e ripulendo i ritardi, innestandosi sulla rigenerazione precedente sia psicologica che fisica. Non dimentichiamo che parliamo di ragazzi sottoposti a stress di ogni natura, anche emotivi, per molti mesi: la serenità mentale è fondamentale per quella del corpo. Stretching e preparazione del corpo sono esercizi comuni nella prima settimana, poi nella seconda si possono svolgere esercizi che vanno dal metabolico-aerobico a quelli in palestra, sulla forza, sull'esplosività. Quando si vedono giochi con il pallone sono mirati a lavorare sulla capacità aerobica/lattacida o fanno parte di cicli di forza o di coordinazione motoria".

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La Juve potrà contare finalmente sul vero Pogba? In che condizione è?

"Paul ha chiuso la stagione infortunato, con gli stress che conosciamo bene. È tornato prima degli altri alla Continassa perché ha seguito dei protocolli di riabilitazione durante le vacanze e ha dovuto effettuare dei test di controllo della sua condizione, verifiche da effettuarsi prima dell'inizio del ritiro per non arrivare con brutte sorprese a ridosso della tournée. Occhio anche al suo dimagrimento, si è alleggerito rispetto a Manchester e al volume di massa muscolare con cui era arrivato l'anno scorso per il lavoro che gli avevano fatto fare in Inghilterra: ha perso molti chili con un possibile e probabile vantaggio in termini atletici".

"Se poi vogliamo scendere nel dettaglio, ovviamente basandoci su quanto abbiamo visto e quanto trapela attraverso i contenuti socializzati da atleta e club, il lavoro effettuato è mirato al raggiungimento di un miglior equilibrio muscolare e articolare, ed è un lavoro svolto con professionalità e impegno evidenti: sarebbe stato preoccupante vederlo fare lavori generici e spensierati come corsette o nuotate. Pogba si è presentato in grandi condizioni, due immagini sono eloquenti: si può vedere come effettui un Copenaghen Plank e una Press Out con rotazione, due esercizi che non potrebbero essere svolti se ci fossero problemi o dolori al ginocchio. Questo vuol dire che la situazione del menisco è perfettamente recuperata. Poi ci sono le sollecitazioni del campo e della partita, che sono altre cose".

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Cosa cambia tra allenamento e partita?

"Ci sono tante differenze, una di queste è quella sostanziale di un lavoro effettuato al massimo in 60-70 metri e un campo di calcio che invece ne misura 110x65 in media: è normalissimo avere dolori dopo una partita, non importa quanta capacità si possieda, perché quella capacità va trasformata in qualità e quantità atletica. Si interviene con il personalizzato, che si legge tante volte: ognuno di noi ha richieste metaboliche e neuromuscolari diverse, per questo si personalizza il lavoro a seconda delle differenze antropomorfiche - altezza, peso, strutture muscolari e scheletriche - e dei pregressi e delle recidive che ci si porta dietro.

Un nome resta in testa ai tifosi, quando si parla di recidive: quel talento di Douglas Costa...

"Soffriva di frequenti sovraccarichi funzionali sugli adduttori: in palestra puoi allenarli per 60/70 chili, ogni cambio di direzione in partita ne comporta almeno il triplo e per ogni singolo incontro se ne effettuano dai 285 ai 450... Injury prone? E se parlassimo più chiaramente del sovraffollamento dei calendari, con un atleta che può giocare anche 80 partite l'anno, con tempi ridotti al lumicino per il recupero? Se parlassimo di overload da match, piuttosto? Gli infortuni stanno salendo in percentuale nel calcio di oggi del gegenpressing, dell'intensità, del sovraritmo: senza il lavoro che facciamo ci sarebbero decine di infortuni a partita. Per ovviare a questi sovraccarichi il calciatore si è trasformato in atleta, cerchiamo di utilizzare bene anche la parte superiore del corpo e svilupparne tutta la struttura per bilanciare gli sforzi".

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Da un caso del passato a uno del presente: qual è la situazione di Vlahovic?

"Vlahovic è stato sottoposto a un intervento di pulizia per risolvere la pubalgia. Le cause che possono portare a questo problema possono essere posturali, genetiche, scheletriche, la condizione di partenza per il 50% dei casi è quella di una tendinopatia posturale che poi porta all'infiammazione. Se si è intervenuti sulle condizioni di partenza si può minimizzare il rischio di una cronicità patologica, il problema avuto post intervento dovrebbe essere di natura lieve e contenuta. Ovviamente le variabili sono molteplici e non si possono prevedere eventuali ulteriori problemi".

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Che Juventus vedremo questa stagione?

"Con Giovanni Andreini (l'head of performance arrivato lo scorso anno, ndR) la Juventus ha preso un fuoriclasse e si vedrà bene quest'anno. Grazie all'implementazione dei suoi nuovi protocolli operativi, attivati già a novembre 2022, è stato migliorato il coordinamento tra strutture mediche e atletiche con benefici a cascata su tutto il processo di performance. Una figura del genere di supervisione mancava, è arrivata in supporto anche di Folletti e sarebbe stata tanto utile anche agli altri professionisti eccezionali che si sono susseguiti in questi anni, da Tognaccini con Sarri a Bertelli con Pirlo".

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Cosa aspettarsi dalla nuova Juventus? Che comporta fare una tournée di esibizioni nella preseason? Come stanno Pogba e Vlahovic? A rispondere è Domenico Celsi, preparatore atletico professionista e consulente di varie società pro di calcio, pallavolo e basket. Le sue analisi si possono ritrovare anche sul canale Twitch "In forma col pallone".

La stagione della Juve sta per iniziare: a cosa serve la preparazione?

"Partiamo dal chiarire una cosa: la preparazione serve per raggiungere una condizione fisica basale, propedeutica alla condizione ottimale alla quale si arriva giocando. "La squadra sta entrando in condizione", questa frase che si ripete spesso, che vuol dire? Vuol dire che più si gioca più si trova la condizione, le partite della tournée serviranno anche a questo. Il lavoro del raduno e del ritiro serve a decomprimere e poi ad aumentare i giri del motore del corpo dell'atleta, perché non si deve raggiungere il top della condizione a fine agosto con una stagione davanti. Premesso che il tipo di lavoro varia da team a team e che le metodologie rispetto ad anni fa sono cambiate, ai test ci si presenta al 50-60%, in una condizione base. Certo, bisogna comunque presentarsi avendo fatto vita da atleta, senza aver fatto eccessi e con dei lavori effettuati sia di tipo aerobico che di forza specifica, esercizi coordinativi e mobilità articolare".

"Il lavoro estivo prima del ritiro è fondamentale per il reset dei pattern motori e colmare i deficit (catene cinetiche, ipertrofia), correggendo e ripulendo i ritardi, innestandosi sulla rigenerazione precedente sia psicologica che fisica. Non dimentichiamo che parliamo di ragazzi sottoposti a stress di ogni natura, anche emotivi, per molti mesi: la serenità mentale è fondamentale per quella del corpo. Stretching e preparazione del corpo sono esercizi comuni nella prima settimana, poi nella seconda si possono svolgere esercizi che vanno dal metabolico-aerobico a quelli in palestra, sulla forza, sull'esplosività. Quando si vedono giochi con il pallone sono mirati a lavorare sulla capacità aerobica/lattacida o fanno parte di cicli di forza o di coordinazione motoria".

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