Juventus, ciao Superlega. L'Uefa ringrazia e adesso perdona?

I bianconeri potranno comunque partecipare qualora nascesse un torneo, ma non come fondatori

Con un comunicato di poche righe si consuma l’addio ufficiale della Juventus alla Superlega e, per certi versi, si chiude un cerchio. Perché, in fondo, anche se racconteranno un’altra storia, l’origine di tutti i mali per la Juventus è stato proprio il tentativo di cambiare il calcio europeo, costato l’ira del sistema e la sua vendetta.

Ieri, ufficializzando l’inizio della complessa procedura di recesso dal progetto (dentro il quale rimangono Real Madrid e Barcellona), potrebbe esserci la fine delle disavventure bianconere, perché nel giro di una settimana, massimo dieci giorni, il club dovrebbe passare alla cassa presso l’Uefa, ottenendo l’ultimo patteggiamento: fuori dalle coppe nella stagione 2023-24 (saltando quindi la Conference League) e poi amici come prima, con la Champions League 2024-25 salva (ovviamente qualificandosi, ma questa è un’altra storia). E se a settembre, quando è attesa la pronuncia, la Corte di Giustizia Europea dovesse aprire uno scenario favorevole alla Superlega? Beh, a quel punto la Juventus sarebbe comunque libera di partecipare, qualora lo trovasse conveniente. Ovvio, molto dipende dai paletti che verranno piantati dalla Corte di Giustizia Europea, ma anche in questo caso si tratta di un’altra storia che verrà presa in considerazione dopo la sentenza e di fronte alle nuove circostanze. Nel frattempo la Juventus si tira fuori dalla Superlega, come hanno fatto gli altri dieci club tranne Real e Barça.

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Juve, Superlega e i perché della scelta

Tecnicamente, quindi, non esce dalla Superlega (operazione complessa e costosissima in fatto di penali), ma entra in una specie di limbo. Tanto per l’Uefa conta la presa di posizione ufficiale, l’abiura pubblica e un impegno a non riprovarci. Nel suo comunicato, la Juventus parla di «alcune divergenze sull’interpretazione degli accordi applicabili al Progetto Superlega». Tradotto, significa che il presidente Gianluca Ferrero ha spiegato a Real e Barcellona che la Juventus non è interessata a organizzare tornei, semmai a parteciparvi. E, soprattutto, che in questo momento non può permettersi di tenere aperti contenziosi. Chissà come l’ha presa Florentino Perez, che sull’alleanza con la Juventus ha sempre contato molto.

Ma per i bianconeri è diventato esiziale anche l’accordo con Uefa, per evitare di saltare per due anni la Champions con effetti devastanti per il bilancio. Ancora una volta, insomma, è prevalso il realismo della nuova dirigenza e, in particolare, del presidente Gianluca Ferrero, mediatore saggio che ha sempre scelto la strada del male minore, consapevole che, soprattutto, in ambito sportivo non c’è giustizia, ma politica. Il rischio di farsi molto più male di così è sempre concreto e in Europa, soprattutto, tutto stava ruotando intorno a una questione di mero principio. Poi si possono discutere i tempi, visto che a settembre c’è anche la possibilità che l’Uefa non abbia più il potere di oggi e, magari, i rapporti di forza potrebbero essere sovvertiti, ma la Juventus non può permettersi altri rischi: mettere in sicurezza il club, evitando altre bastonate della giustizia è stato fin dall’inizio l’obiettivo principale del nuovo Consiglio d’Amministrazione. Ad agosto la Juventus ripartirà in un nuovo capitolo, intonso, senza asterischi o pendenze di alcun tipo, potendosi concentrare solo sul campo e sui risultati. Non è il massimo, ovvio, ma ripensando agli ultimi mesi non è poco.

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Con un comunicato di poche righe si consuma l’addio ufficiale della Juventus alla Superlega e, per certi versi, si chiude un cerchio. Perché, in fondo, anche se racconteranno un’altra storia, l’origine di tutti i mali per la Juventus è stato proprio il tentativo di cambiare il calcio europeo, costato l’ira del sistema e la sua vendetta.

Ieri, ufficializzando l’inizio della complessa procedura di recesso dal progetto (dentro il quale rimangono Real Madrid e Barcellona), potrebbe esserci la fine delle disavventure bianconere, perché nel giro di una settimana, massimo dieci giorni, il club dovrebbe passare alla cassa presso l’Uefa, ottenendo l’ultimo patteggiamento: fuori dalle coppe nella stagione 2023-24 (saltando quindi la Conference League) e poi amici come prima, con la Champions League 2024-25 salva (ovviamente qualificandosi, ma questa è un’altra storia). E se a settembre, quando è attesa la pronuncia, la Corte di Giustizia Europea dovesse aprire uno scenario favorevole alla Superlega? Beh, a quel punto la Juventus sarebbe comunque libera di partecipare, qualora lo trovasse conveniente. Ovvio, molto dipende dai paletti che verranno piantati dalla Corte di Giustizia Europea, ma anche in questo caso si tratta di un’altra storia che verrà presa in considerazione dopo la sentenza e di fronte alle nuove circostanze. Nel frattempo la Juventus si tira fuori dalla Superlega, come hanno fatto gli altri dieci club tranne Real e Barça.

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