
TORINO - Provate a tornare sui banchi di scuola. Non per ricordare la compagna o il compagno che faceva battere il cuore, ma quel professore fetentino che ce l’aveva con voi, o perlomeno così pareva, e faceva montare il nervo un giorno sì e uno pure. L’interrogazione dal coefficiente di difficoltà 100 era un classico, il voto chiaramente striminzito se paragonato a ciò che invece toccava ad altri. Bene, ora pensate al giorno in cui arrivò la notizia agognata, “Mi trasferisco, il prossimo anno non ci sarò più”.
Eccola la news che valeva una liberazione, così potente da cambiare non solo il vostro rapporto con la materia di pertinenza, ma in assoluto con la scuola e l’approccio con cui si entrava in classe. Come d’incanto spazzati via i nuvoloni con la loro luce tetra per dare spazio a uno squarcio sempre più largo di azzurro.
Juve, alla Continassa si lavora con un altro spirito
Il paragone è calzante se lo si raffronta a ciò che stanno vivendo i giocatori di Allegri, finalmente liberati dall’incubo della giustizia che la stagione passata ha condizionato in tutti i sensi, aritmetici e mentali, il potenziale della Juventus. Già, ora Danilo e compagni non devono più alzarsi ogni mattina con il pensiero e timore di veder evaporati gli sforzi profusi in campo magari nelle ultime tre partite per via d’una penalizzazione. Non è stata una stagione normale quella passata, in cui la Juventus ha pagato molto più dei dieci punti inflitti dal tribunale sportivo. Per quasi tutto il campionato ha vissuto nel limbo di una incertezza capace di minare ciò che deve essere alla base di qualsiasi atleta: la serenità. Senza di quella è impossibile pensare di dare il meglio di sé. E così, ora che la società è riuscita ad archiviare completamente sia a livello nazionale che internazionale (squalifica di un anno dalle Coppe) le problematiche dei tribunali, alla Continassa si può lavorare con un altro spirito.
