Dall'inchiesta Prisma alla penalizzazione
Il filotto di “sconfitte”, per l’accusa torinese, rischia insomma in queste ore di assumere proporzioni ingenti, da quel 24 ottobre 2022. Ovvero dal giorno in cui la Procura della Repubblica di Torino, attraverso un comunicato stampa firmato dal procuratore Anna Maria Loreto, annunciava di «aver notificato ai componenti del CdA di Juventus l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (…) per falso nelle comunicazioni sociali e false comunicazioni rivolte al mercato». La palla di neve da cui è generata la valanga, insomma. A livello penale, ma anche a livello sportivo, dato che i “fatti nuovi” hanno permesso alla Procura Figc di chiedere la revocazione del processo sulle plusvalenze in cui la Juventus era stata assolta al pari di tutte le altre società coinvolte.
Prisma, da Torino a Milano?
Ma in giornata dovrebbe arrivare la conferma del fatto che, a indagare sui conti bianconeri, sia stato chi non aveva competenza per farlo. Il condizionale resta d’obbligo, certo, perché il verdetto della Corte di Cassazione ancora non è arrivato. Ma, già nel mese di luglio, il Procuratore Generale della stessa, Luigi Cuomo, ha depositato una requisitoria di 17 pagine in cui si motiva dettagliatamente perché il processo dovrebbe tenersi a Milano e non a Torino. Il passaggio successivo non è aritmetico, ma il parere ha un peso specifico non indifferente.