Pagina 2 | Pogba, l’ultimo caso doping di Palomino: com’è finita?

«Sono felice, avevo fiducia nella giustizia». Sono le parole pronunciate meno di un anno fa, il 7 novembre 2022, dal difensore dell’Atalanta José Palomino e sono quelle che spera di pronunciare in futuro Paul Pogba.

Quelle parole Palomino le pronunciò subito dopo la sentenza del Tribunale nazionale antidoping che lo assolveva dalla posività al Clostebol, uno steroide anabolizzante simile al testosterone, che gli era stata comunicata il 26 luglio dopo un controllo a sorpresa nel ritiro estivo atalantino e che era stata confermata dalle controanalisi il 12 agosto. È, o meglio, era l’ultimo caso di doping esploso in Serie A e se non altro l’esito è di buon auspicio per il Polpo bianconero, anche se i tre mesi e mezzo trascorsi per Palomino tra la comunicazione della positività e la sentenza di assoluzione rinviano il suo ritorno in campo, nella quasi migliore delle ipotesi (la migliore in assoluto sarebbero le controanalisi negative) al 2024. Ammesso che venga assolto come Palomino: una sentenza motivata con il pieno accoglimento da parte della giuria della tesi della contaminazione accidentale.

Pogba shock, positivo al doping e sospeso: il comunicato della Juventus

Doping, i casi Joao Pedro e Lucioni

Scontò invece sei mesi di squalifica, inflittigli il 16 maggio 2018, il brasiliano Joao Pedro, attaccante del Cagliari trovato positivo al diuretico Idroclorotiazide in due occasioni a febbraio, in controlli effettuati dopo le partite contro Sassuolo e Chievo. Ancora il Clostebol di mezzo per la positività di Fabio Lucioni, capitano del Benevento risultato positivo dopo la partita contro il Torino del 10 settembre 2017. In quel caso, come sostenne durante l’udienza alla Procura antidoping, il medico sociale del Benevento Walter Giorgione si assunse tutta la responsabilità, dichiarando di aver somministrato al giocatore uno spray cicatrizzante contenente Clostebol che era di sua personale proprietà e non faceva parte dei farmaci della società.
 
Un’ammissione che gli costò una squalifica di 4 anni, ma che non bastò a scagionare completamente Lucioni: il Tribunale nazionale antidoping infatti nella stessa sentenza, emessa il 16 gennaio 2018, squalificò comunque il giocatore per un anno. Squalifica poi ridotta a sette mesi.
 

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Borriello e la crema di Belen Rodriguez

Direttamente tre, invece, i mesi inflitti nel gennaio 2007 a Marco Borriello, trovato positivo dopo Milan-Roma del 21 dicembre 2006 a due metaboliti del cortisone: contenuti, sostenne con l’appoggio dell’allora fidanzata Belen Rodriguez, in una crema vaginale da lei usata per combattere un’infezione e con la quale si sarebbe contaminato.

Addirittura quattro i casi nel 2001, tutti legati a nomi importanti e al nandrolon: il 28 gennaio Fernando Couto della Lazio, squalificato 10 mesi ridotti a 4; il 4 marzo Edgar Davids della Juve, squalificato 5 mesi poi ridotti a 4; il 13 ottobre Jaap Stam della Lazio, squalificato 5 mesi poi ridotti a 4; a ottobre e novembre Pep Guardiola del Brescia, squalificato 4 mesi.

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Borriello e la crema di Belen Rodriguez

Direttamente tre, invece, i mesi inflitti nel gennaio 2007 a Marco Borriello, trovato positivo dopo Milan-Roma del 21 dicembre 2006 a due metaboliti del cortisone: contenuti, sostenne con l’appoggio dell’allora fidanzata Belen Rodriguez, in una crema vaginale da lei usata per combattere un’infezione e con la quale si sarebbe contaminato.

Addirittura quattro i casi nel 2001, tutti legati a nomi importanti e al nandrolon: il 28 gennaio Fernando Couto della Lazio, squalificato 10 mesi ridotti a 4; il 4 marzo Edgar Davids della Juve, squalificato 5 mesi poi ridotti a 4; il 13 ottobre Jaap Stam della Lazio, squalificato 5 mesi poi ridotti a 4; a ottobre e novembre Pep Guardiola del Brescia, squalificato 4 mesi.

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