Che periodaccio per Paul Pogba... I tifosi sono divisi tra chi lo scarica e chi ancora (sempre meno) cerca di difenderlo. E in questa bufera dopo la sospensione per doping, il Polpo dovrà pure andare a Parigi venerdì per testimoniare al processo che vede il fratello sul banco degli imputati, sempre che decida di presentarsi, in questo marasma. Sono ore concitate per il giocatore e per il suo entourage, con l’agente Rafaela Pimenta che da lunedì pomeriggio è in contatto continuo con legali e consulenti per pianificare la strategia difensiva: al vaglio dello staff del Polpo sembrava ci fosse anche la possibilità di rinunciare alle controanalisi, dopo che il centrocampista bianconero era stato trovato positivo ai metaboliti del testosterone al controllo antidoping al termine di Udinese-Juventus del 20 agosto, match nel quale Pogba era rimasto in panchina.
Una mossa, quella di rinunciare alle controanalisi, che sarebbe stata sicuramente apprezzata da Nado Italia, l’organizzazione nazionale antidoping, ma che l’entourage del calciatore ha smentito: verranno invece richieste le controanalisi in queste ore e serviranno sette giorni lavorativi al massimo per avere l’esito. Difficile che cambi, statisticamente. Tant’è, Pogba ha ancora qualche ora per decidere il da farsi a livello procedurale, nel frattempo la Juventus aspetta: il club sa di aver compiuto tutte le azioni corrette e di non correre rischi, non avendo somministrato sostanze a rischio o che potessero contenere elementi compatibili con i metaboliti trovati nelle urine del Polpo. Ora Pogba dovrà compilare una sorta di formulario in cui elencare tutte le sostanze assunte negli ultimi mesi per risalire al prodotto che ha lasciato tracce di testosterone. E poi per dimostrare, in caso di positività confermata e di squalifica, quantomeno l’involontarietà del gesto.