Calvarese esclusivo: Maresca, 1-0 Juve-Lazio ok. Sui gialli non ci siamo

Rivedibile la prestazione del direttore di gara all'Allianz Stadium: manca l'uniformità di giudizio. Derby Inter-Milan: Sozza non sbaglia

Rivedibile la prestazione di Maresca allo Stadium. Quello che manca nella gestione di Juve-Lazio è soprattutto l’uniformità di giudizio sia tecnico che disciplinare. In una partita semplice, quasi mai in discussione, 6 gialli sono davvero troppi. Solo uno l’episodio al limite: il primo gol di Vlahovic.

Corretto lasciar correre sul body-check alto che consente a Locatelli di recuperare palla su Immobile, e il silent check conferma che la palla resta al di qua della linea laterale sul controllo di McKennie. Ricordiamo che per essere fuori dal gioco il pallone deve aver oltrepassato la linea in tutta la sua circonferenza.

Maresca, gestione disciplinare insufficiente

Insufficiente la gestione disciplinare. Maresca parte con un giallo a Miretti che ci può stare, ma poco dopo non convince quello a Bremer, esagerato. L’arbitro poi lascia per strada alcune ammonizioni sacrosante: quella a Danilo per l’intervento su Luis Alberto e quella a Miretti che trattiene in maniera evidente Zaccagni. Bravo invece nel concedere il vantaggio sul 3-1 che chiude la partita. Maresca è un arbitro di grande personalità, ma allo Stadium sono frequenti le proteste dei calciatori in campo che sembrano non accettare decisioni diverse per contatti simili. Così perde tutta l’autorevolezza che deve possedere un arbitro del suo calibro.

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Inter-Milan: Sozza non sbaglia

Un arbitro nato a Milano che dirige il derby della Madonnina. Dopo sole 33 gare in Serie A, Sozza va ad arbitrare una partita difficilissima dal punto di vista ambientale e quest’anno anche per motivi di classifica.

Tecnico e disciplinare

Nonostante la pressione, prestazione solida e consistente. Ha il coraggio di tenere la soglia del fallo alta per tutte e due le squadre: fischia poco e solo quando serve. Episodio di difficile lettura in occasione del gol dell’1-0: quelli fra Dumfries e Theo (spalla a spalla) e anche fra Thuram e Thiaw (il calciatore del Milan che è in vantaggio sembra cecare un appoggio per subire un fallo da parte del calciatore dell’Inter che invece ha come obiettivo solo il raggiungimento del pallone) sono contrasti di gioco e non falli. Giusto dunque lasciar correre. Netto il rigore del 4-1: Lautaro Martinez arriva per primo sul pallone e Theo Hernandez gli colpisce il piede. Sul piano disciplinare sono giusti i 4 gialli: premiata la scelta del primo tempo, in cui il direttore di gara ammonisce davvero poco.

Personalità e controllo

Sozza è sempre in grande controllo: la scelta di fischiare solo falli importanti e la precisione tecnica sono state le sue armi vincenti. Grazie al suo linguaggio del corpo sempre distaccato ma propositivo è stato accettato dai calciatori anche nei momenti più nervosi del derby.

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Rivedibile la prestazione di Maresca allo Stadium. Quello che manca nella gestione di Juve-Lazio è soprattutto l’uniformità di giudizio sia tecnico che disciplinare. In una partita semplice, quasi mai in discussione, 6 gialli sono davvero troppi. Solo uno l’episodio al limite: il primo gol di Vlahovic.

Corretto lasciar correre sul body-check alto che consente a Locatelli di recuperare palla su Immobile, e il silent check conferma che la palla resta al di qua della linea laterale sul controllo di McKennie. Ricordiamo che per essere fuori dal gioco il pallone deve aver oltrepassato la linea in tutta la sua circonferenza.

Maresca, gestione disciplinare insufficiente

Insufficiente la gestione disciplinare. Maresca parte con un giallo a Miretti che ci può stare, ma poco dopo non convince quello a Bremer, esagerato. L’arbitro poi lascia per strada alcune ammonizioni sacrosante: quella a Danilo per l’intervento su Luis Alberto e quella a Miretti che trattiene in maniera evidente Zaccagni. Bravo invece nel concedere il vantaggio sul 3-1 che chiude la partita. Maresca è un arbitro di grande personalità, ma allo Stadium sono frequenti le proteste dei calciatori in campo che sembrano non accettare decisioni diverse per contatti simili. Così perde tutta l’autorevolezza che deve possedere un arbitro del suo calibro.

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