Pagina 2 | Miretti, l'incredibile dato che spiega il progetto Juve: è oltre Del Piero

Cinquanta presenze in prima squadra a 20 anni compiuti da poco più di un mese. Un traguardo che, probabilmente, in Inghilterra non farebbe notizia, ma che in Italia, dove i giovani hanno sempre qualche difficoltà in più a farsi largo e a trovare spazio per giocare con continuità, merita qualche riflessione. Protagonista Fabio Miretti, che il 3 agosto ha soffiato sulle 20 candeline della torta di compleanno e sabato, contro la Lazio, ha raggiunto quota 50 tra i grandi.

Un obiettivo in maglia bianconera che si è sviluppato su tre stagioni, dal 2021-22, annata dell’esordio in Serie A (il 20 marzo in Juventus-Salernitana, poi un altro scampolo contro il Sassuolo e la prima da titolare, in casa, in Juventus-Venezia), lanciato da Massimiliano Allegri, fino alla tre presenze di questa nuova stagione (è stato in panchina soltanto contro il Bologna).

Miretti "meglio" di Marchisio e Del Piero

Per un giovane della cantera juventina, che ha abbracciato il bianconero a otto anni, rappresenta un successo senza uguali, tanto più che non si ricordano, in tempi recenti, altri giovani con lo stesso percorso in prima squadra. Alcuni esempi? Claudio Marchisio, entrato nelle giovanili bianconere a 7 anni, ha esordito in prima squadra soltanto a 20 anni e mezzo, nell’estate 2006, inserito nella rosa della Juventus retrocessa in Serie B. Neppure un’icona come Alessandro Del Piero vanta un cammino così precoce come quello di Miretti: a Torino l’ex capitano è arrivato dal Padova a 19 anni ancora da compiere, aggregato a metà tra Primavera e grandi. Alla fine di quella stagione conta 14 presenze totali in prima squadra, che diventano 35 considerando anche la prima parte della stagione successiva, il 1994-95, quando a novembre compie 20 anni.

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Juve, nessuno come Miretti

Nessuno come Miretti, che ha saputo sfruttare la svolta nella politica societaria della Juventus, cioè l’input di valorizzare il lavoro svolto nell’ultimo decennio dal settore giovanile, che grazie all’Under 23 ha consegnato in prima squadra tanti giovani pronti per tenere il passo degli adulti.

Diciassette presenze con l’Under 17, 38 con la Primavera bianconera, compresi gli impegni internazionali in Youth League, infine 33 con la Next Gen, l’ultima palestra sotto la guida del tecnico Lamberto Zauli prima del grande salto, certifica come, categoria dopo categoria, il percorso di Miretti sia stato omogeneo: al classe 2003 sono stati concessi più spezzoni di gara in prima squadra, utili alla crescita e non appesantiti dalla pressione che può creare una maglia pesante come quella bianconera.

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Miretti Golden Boy 2022

Una crescita che gli ha consentito anche di conquistare il riconoscimento di Best Italian Golden Boy 2022. E se a 20 anni conta già 50 presenze, nonostante la concorrenza interna, il centrocampista può davvero puntare a entrare nella top ten dei giocatori con più presenze alla Juventus. L’unico suo cruccio, al momento, è l’inseguimento del gol: ha segnato la prima rete in Nazionale con l’Under 21, ne ha segnate 4 in Serie C, ma gli manca ancora il primo centro tra i grandi. Guardando agli altri giovani che Allegri in questo ultimo biennio ha aggregato alla prima squadra, Kenan Yild?z può aspirare a diventare un altro Miretti: l’attaccante turco, che il tecnico livornese ha voluto portare con sé nella tournée statunitense, conta a 18 anni già due presenze in Serie A, con l’esordio a Udine. E un futuro roseo davanti.

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Juve, nessuno come Miretti

Nessuno come Miretti, che ha saputo sfruttare la svolta nella politica societaria della Juventus, cioè l’input di valorizzare il lavoro svolto nell’ultimo decennio dal settore giovanile, che grazie all’Under 23 ha consegnato in prima squadra tanti giovani pronti per tenere il passo degli adulti.

Diciassette presenze con l’Under 17, 38 con la Primavera bianconera, compresi gli impegni internazionali in Youth League, infine 33 con la Next Gen, l’ultima palestra sotto la guida del tecnico Lamberto Zauli prima del grande salto, certifica come, categoria dopo categoria, il percorso di Miretti sia stato omogeneo: al classe 2003 sono stati concessi più spezzoni di gara in prima squadra, utili alla crescita e non appesantiti dalla pressione che può creare una maglia pesante come quella bianconera.

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