Cesare Prandelli risponde mentre sta guardano la “sua” partita, Fiorentina-Atalanta, che scorre nel gioco e nei gol mentre si parla del campionato che si srotola nel fine settimana che precede la prima giornata di Coppe. Un campionato che probabilmente ha già trovato un padrone. «Eh... Non è difficile sostenere che sia l’Inter: ha corsa, qualità, una rosa profonda con 20 titolari. Coniuga la gioventù di alcuni elementi - da Frattesi a Thuram - con l’esperienza di altri come Mkhitaryan. Ha freschezza e forza fisica: in questo momento sta dimostrando di possedere la consapevolezza della propria qualità».
Alle spalle dei nerazzurri c’è la Juve: può essere l’alternativa per lo scudetto? «Allegri ha ragione a sostenere che la situazione andrà valutata dopo dicembre: c’è qualcosa di molto interessante nel processo di crescita della Juventus. La squadra sa stare bene in campo, è in crescita di fiducia e se quei due là davanti continuano il loro percorso virtuoso...».
Quei due là davanti sono Vlahovic e Chiesa, ovviamente, come sono Lautaro e Thuram a determinare i destini dell’Inter e lo è stato Osimhen per quelli del Napoli. Ecco: in attesa di capire quale sia la squadra definitivamente padrona del campionato, si può affermare senza timore di smentita che a decidere in campo sono sempre gli attaccanti... «Ah, ma questo lo dice la storia del calcio: tu puoi giocare bene, organizzare il collettivo, inventarti soluzioni, ma se non hai chi concretizza diventa complicato. Da tempo insisto su questo aspetto che riguarda il nostro calcio: stiamo perdendo anni e disperdendo talenti perché invece di liberare l’istinto e il talento lo ingabbiamo nella tattica: nei settori giovanili chiediamo le sponde, i triangoli, gli appoggi e non si lasciano i ragazzi liberi di esprimere il proprio istinto da attaccante».