Juventus e il numero 10
E chi ce l’ha adesso il numero 10 della Juventus di Allegri? In teoria Paul Pogba: sospeso perché risultato positivo a un controllo antidoping in agosto e ora in attesa delle controanalisi la prossima settimana, giovedì 5 ottobre. Quella del Polpo è un’assenza che pesa come un macigno sui bianconeri: certo, a distanza di un anno abbondante dal ritorno a Torino il centrocampista non è mai riuscito a tornare quello vero a causa dei suoi problemi fisici e non solo.
Tuttavia avrebbe rappresentato per Allegri una fondamentale risorsa anche a partita in corso, considerando che fisicamente si stava progressivamente riprendendo e che avrebbe potuto reggere con una gestione oculata in una stagione senza gli impegni europei durante la settimana. E invece è arrivata la positività al testosterone a complicare ancora un’altra stagione bianconera. Senza una preziosa alternativa capace di inventarsi qualcosa agendo tra le linee, quando le squadre sono stanche e allungate, il tecnico livornese si è ritrovato con un’arma in meno e ha deciso di dare spazio e fiducia a chi, nella rosa, più si avvicina al Polpo per caratteristiche, pur considerando Pogba, parola di Max, «unico».
Tutto su Fabio Miretti dunque: l’azzurrino ha alternato buone giocate e momenti di black out, cosa peraltro normale per un ragazzo di 20 anni, non riuscendo così ad avere continuità di prestazione e di conseguenza non riuscendo a convincere del tutto. In realtà nella Juve un altro giocatore che possiede quei colpi e quelle qualità c’è: è proprio Yildiz, che dopo un’estate in cui è stato provato pure da mezzala, è diventato per Allegri il quinto attaccante.
In realtà il turco-tedesco può ricoprire quel ruolo e, da 10, ha nel bagaglio tecnico le caratteristiche da trequartista. Anzi, ce l’ha nel sangue. Intanto da Ancona ha mandato un messaggio molto chiaro allo staff tecnico della prima squadra, dimostrando di meritare di stare al piano più alto e di poter essere un fattore decisivo in Serie C. Ora tocca ad Allegri: un pensierino, visto quel che è successo a Reggio Emilia, magari è il caso di farlo...
© RIPRODUZIONE RISERVATA