Pogba, il doping e il motivo per cui conviene la “confessione”

Si avvicina il momento della verità per il francese risultato positivo. La strada per diminuire la pena (si parte da 4 anni) deve passare da un approccio di conciliazione

TORINO - Il tempo della verità per Paul Pogba si avvicina. Anche se scorre lento per lui, costretto ad attendere gli snodi burocratici della giustizia legata al doping e a vedere da lontano i compagni di squadra: da quando è stato sospeso non può frequentare la struttura dove si allenano i compagni. In realtà sarebbe più corretto dire e scrivere della triste verità. Perché la conferma della positività porterà inevitabilmente alla squalifica del calciatore, prologo alla risoluzione del contratto in essere da parte della Juventus. La quale, in teoria, potrebbe anche chiedere i danni al francese visto che con il suo comportamento - perlomeno leggero - ha messo in difficoltà il club e di conseguenza la squadra, tra l’altro in un periodo del campionato in cui non si può provare a cercare un rimedio sul mercato. Per quello bisognerà aspettare la finestra di gennaio. Quando la Juventus andrà a caccia di qualcuno in grado di supplire almeno in parte alla sua assenza, investendo i soldi che la società sta risparmiando con il suo ingaggio: ora è stato messo al minino di stipendio (circa 40 mila euro lordi a stagione) per una proiezione di abbassamento del suo costo salariale di circa 8 milioni di euro.

Pogba, rischio squalifica e fine carriera

Ma eccoci al futuro immediato del transalpino che, va ricordato, rischia una squalifica di 4 anni: se non la fine della carriera qualcosa di molto simile poiché di primavere ne ha già vissute trenta nella propria vita. Il problema nel problema è che la sentenza finale dipenderà anche in parte e non poco dal tipo di strategia difensiva che intenderà attuare dopo averla concertata, ovviamente, con i propri legali. Dunque al di là della scelta di produrre una memoria difensiva scritta oppure prediligere la possibilità di essere ascoltato dalla Procura antidoping, sarà dirimente proprio l’approccio con cui si interfaccerà con chi l’accusa. Un atteggiamento improntato allo scontro, con una sorta di chiusura a riccio sulle proprie posizioni, la storia e la letteratura del doping insegnano che non è quasi mai foriero di piccoli o grandi successi. Anzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pogba, ammettere la colpa e il patteggiamento

Diverso potrebbe invece essere il finale qualora Pogba ammettesse la colpa, spiegando e convincendo la controparte sulla assoluta inconsapevolezza dell’assunzione di sostanze contenenti il doping emerso e confermato dalle analisi prima e dalle controanalisi poi. Scegliere la via processuale che si può paragonare al “patteggiamento” comporta la riduzione di un anno della pena, ma non solo. Qualora si configurasse un confronto virtuoso con la Procura in cui riuscisse a dimostrare o convincere la controparte sulla non volontarietà di assumere la sostanza dopante, allora potrebbe andare incontro a una ulteriore e sostanziale scontistica, in grado di fatto di dimezzare il totale. Eccoci quindi intorno ai 18 mesi, peraltro suscettibili di ulteriori ribassi, che non rappresenterebbero certo una passeggiata di salute ma un arco temporale ancora assorbibile per pensare poi di riproporsi in campo. Con quale maglia è un altro discorso. Anche se nella Saudi League qualche proposta salterebbe fuori. Se non matematico, quasi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Il tempo della verità per Paul Pogba si avvicina. Anche se scorre lento per lui, costretto ad attendere gli snodi burocratici della giustizia legata al doping e a vedere da lontano i compagni di squadra: da quando è stato sospeso non può frequentare la struttura dove si allenano i compagni. In realtà sarebbe più corretto dire e scrivere della triste verità. Perché la conferma della positività porterà inevitabilmente alla squalifica del calciatore, prologo alla risoluzione del contratto in essere da parte della Juventus. La quale, in teoria, potrebbe anche chiedere i danni al francese visto che con il suo comportamento - perlomeno leggero - ha messo in difficoltà il club e di conseguenza la squadra, tra l’altro in un periodo del campionato in cui non si può provare a cercare un rimedio sul mercato. Per quello bisognerà aspettare la finestra di gennaio. Quando la Juventus andrà a caccia di qualcuno in grado di supplire almeno in parte alla sua assenza, investendo i soldi che la società sta risparmiando con il suo ingaggio: ora è stato messo al minino di stipendio (circa 40 mila euro lordi a stagione) per una proiezione di abbassamento del suo costo salariale di circa 8 milioni di euro.

Pogba, rischio squalifica e fine carriera

Ma eccoci al futuro immediato del transalpino che, va ricordato, rischia una squalifica di 4 anni: se non la fine della carriera qualcosa di molto simile poiché di primavere ne ha già vissute trenta nella propria vita. Il problema nel problema è che la sentenza finale dipenderà anche in parte e non poco dal tipo di strategia difensiva che intenderà attuare dopo averla concertata, ovviamente, con i propri legali. Dunque al di là della scelta di produrre una memoria difensiva scritta oppure prediligere la possibilità di essere ascoltato dalla Procura antidoping, sarà dirimente proprio l’approccio con cui si interfaccerà con chi l’accusa. Un atteggiamento improntato allo scontro, con una sorta di chiusura a riccio sulle proprie posizioni, la storia e la letteratura del doping insegnano che non è quasi mai foriero di piccoli o grandi successi. Anzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Pogba, il doping e il motivo per cui conviene la “confessione”
2
Pogba, ammettere la colpa e il patteggiamento