Il peso dell’eredità lasciata alla Continassa da Matteo Tognozzi si misura in ogni sguardo di Max Allegri verso la panchina, almeno da un paio d’anni a questa parte. Huijsen e Yildiz, Iling e Soulé sono tutti prodotti del lavoro svolto dall’ormai ex capo scouting bianconero dal 2017 in poi. Quello di ieri, infatti, è stato il suo ultimo giorno di lavoro alla Juventus, tanto che – già in serata – è arrivato l’annuncio del Granada, che lo ha ufficializzato nella veste di nuovo direttore sportivo del club, attualmente impantanano nei bassifondi della Liga. Gli andalusi hanno pensato a lui dopo aver congedato il predecessore Nico Rodriguez e lui ha pensato agli andalusi per quella promozione in organigramma cui iniziava legittimamente ad ambire. Un trasferimento, nel pieno della stagione, divenuto possibile soltanto con il benestare dei bianconeri.
L'addio di Tognozzi
La Juventus, certo, non ha rinunciato a cuor leggero a uno dei principali artefici dell’innalzamento della qualità del vivaio nell’ultimo lustro. Ma la chiamata dalla Spagna è arrivata in un momento estremamente particolare per la società sabauda, impegnata in una fase di robusto rinnovamento. Al punto che anche lo stesso Tognozzi, il cui contratto sarebbe scaduto a fine anno, non disponeva della certezza assoluta della permanenza a Torino. Una condizione che, per altro, riguarda in questo momento anche i vari Manna e Chiellini, il cui futuro oltre il 2024 è ancora tutto da scrivere.