Pagina 2 | Deschamps, Rabiot e la Juve: "Un orgoglio per lui, ma sono un po' geloso"

"Rabiot con la fascia la braccio? È un riconoscimento per una persona piuttosto riservata, anche se sono un po' geloso, io non lo sono mai stato" - così Deschamps ha applaudito il centrocampista francese, capitano della Juve nelle ultime partite, vista l'assenza di Danilo per infortunio. Il ct della Francia ne ha parlato nella conferenza stampa dopo le convocazioni dei giocatori per le prossime partite della Nazionale contro Gibilterra e Grecia (prima volta per Zaire-Emery, qui la lista). Il commissario tecnico ha rilasciato alcune dichiarazioni anche su Pogba

Deschamps elogia Rabiot e parla di Pogba

Deschamps ha elogiato Rabiot dopo le ultime partite con la fascia da capitano al braccio: "È maturo, si tratta di avere un po' più di responsabilità, ma non cambia il suo carattere e il suo modo di essere. È un riconoscimento per una persona piuttosto riservata, che parla poco di sé. Da diversi anni è ad un ottimo livello. Sono un po' geloso perché non sono mai stato capitano della Juventus. Ma è un grande segno di fiducia data dal suo allenatore e sicuramente motivo di orgoglio per lui". Il commissario tecnico della Francia ha parlato anche del caso Pogba: "Siamo in contatto. Non vi dirò il contenuto dei nostri colloqui. Oggi attende una decisione, una sanzione, che sarà più o meno lunga. Con tutto quello che ha passato prima, è una situazione molto complicata per lui, psicologicamente molto difficile. Non potrà essere selezionato finché sarà sospeso. Per quanto tempo? Tornerà al suo miglior livello? Ha le capacità, la mentalità per farlo. Ma non accadrà da un giorno all'altro, purtroppo per lui". Poi su Thuram e Zaire-Emery...

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La crescita di Thuram, Zaire-Emery e Kanté

Deschamps ha poi parlato anche dell'ottima condizione di Thuram con l'Inter: "Sta facendo cose molto buone. È un giocatore giovane, oggi viene utilizzato esclusivamente in posizione centrale, in un attacco a due. È già molto migliorato e può farlo ancora: ha sempre il sorriso, è fiducioso, si sente realizzato e felice. Davanti ci sono tanti profili diversi. Lui è un po' più simile a Giroud, mentre Kolo Muani ha caratteristiche un po' diverse". Su Kanté: "Non ho cambiato la mia posizione. Gioca spesso, ogni tre o quattro giorni. Non so che situazione avrò a maggio ma lo considero ancora selezionabile. Fino ad allora voglio testare chi ha meno esperienza". 

Il ct ha parlato anche della prima convocazione di Warren Zaire-Emery, il più giovane convocato dal 1914 (17 anni, 8 mesi e 1 giorno): "È qui con noi perché ha tutte le qualità per giocare ad altissimo livello, anche se ovviamente c'è concorrenza. Alla sua giovane età ha dimostrato già un enorme potenziale e una maturità ben consolidata. Questo è ovviamente un passo importante nella sua carriera, sta bruciando le tappe ma ha anche la capacità di riuscire ad assumersi tutte le sue responsabilità. Non è una questione di età: si può essere maturi a 18 come a 30 anni. Quando arriva la prima convocazione dobbiamo essere bravi a mettere il giocatore nelle migliori condizioni, poi dobbiamo gestirlo soprattutto a livello mediatico. Ci sono molte più attenuanti nelle prime partite, qualcuno ha bisogno di più tempo e fiducia, altri invece fanno tutto in modo naturale".

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La crescita di Thuram, Zaire-Emery e Kanté

Deschamps ha poi parlato anche dell'ottima condizione di Thuram con l'Inter: "Sta facendo cose molto buone. È un giocatore giovane, oggi viene utilizzato esclusivamente in posizione centrale, in un attacco a due. È già molto migliorato e può farlo ancora: ha sempre il sorriso, è fiducioso, si sente realizzato e felice. Davanti ci sono tanti profili diversi. Lui è un po' più simile a Giroud, mentre Kolo Muani ha caratteristiche un po' diverse". Su Kanté: "Non ho cambiato la mia posizione. Gioca spesso, ogni tre o quattro giorni. Non so che situazione avrò a maggio ma lo considero ancora selezionabile. Fino ad allora voglio testare chi ha meno esperienza". 

Il ct ha parlato anche della prima convocazione di Warren Zaire-Emery, il più giovane convocato dal 1914 (17 anni, 8 mesi e 1 giorno): "È qui con noi perché ha tutte le qualità per giocare ad altissimo livello, anche se ovviamente c'è concorrenza. Alla sua giovane età ha dimostrato già un enorme potenziale e una maturità ben consolidata. Questo è ovviamente un passo importante nella sua carriera, sta bruciando le tappe ma ha anche la capacità di riuscire ad assumersi tutte le sue responsabilità. Non è una questione di età: si può essere maturi a 18 come a 30 anni. Quando arriva la prima convocazione dobbiamo essere bravi a mettere il giocatore nelle migliori condizioni, poi dobbiamo gestirlo soprattutto a livello mediatico. Ci sono molte più attenuanti nelle prime partite, qualcuno ha bisogno di più tempo e fiducia, altri invece fanno tutto in modo naturale".

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