«Al gol di Daniele volevo esultare davanti al televisore, ma mi sono trattenuto, perché ormai col Var non si può mai essere sicuri di nulla. Bisogna aspettare minimo 5 minuti per festeggiare, anche se ero certo che non l’avesse presa col braccio. Ha fatto un gol alla Giroud col corpo: contava solo metterla dentro». Scherza ma non troppo Davide Torchia, agente del centrale bianconero Daniele Rugani, sempre più pilastro e punto fermo della difesa juventina.
Come definirebbe Rugani in una parola?
«Tenace. Tenace nel perseguire i suoi obiettivi e nel non farsi scoraggiare nei momenti difficili. Daniele, quando è stato preso in considerazione, ha sempre risposto presente con prove di grande affidabilità. Serve essere tenaci e avere queste doti per restare 8-9 anni alla Juve. Mica si milita per caso così tanto in un club del genere».
Il segreto di questa Juve è il carattere?
«I giocatori stanno portando avanti lo storico Dna della Juve, che alla qualità ha sempre abbinato lo spirito di sacrificio e la volontà di vincere a tutti i costi».
Barzagli e Chiellini dicono che i difensori arrivano al top dopo i 28 anni…
«Sono d’accordo. I centrali raggiungono il top della maturazione a quell’età. Daniele ne ha 29 e sta toccando ora certi picchi di rendimento. Se pensiamo che Barzagli approdò alla Juve a 30 anni e da allora è stato per 5-6 anni il miglior centrale d’Europa, ciò la dice lunga...».
Con lui e Locatelli sta diventando una Juve di tifosi bianconeri doc.
«Avere in squadra un giocatore italiano che prima ne è stato tifoso e sognava di indossare quella maglia, trascina e dà qualcosa in più. Locatelli e Rugani ne sono l’emblema in questo senso. In un mondo come quello del calcio in cui si parla solo di soldi e mete esotiche, avere ragazzi che la pensano in un certo modo è un valore aggiunto. Lo reputo un bel messaggio per i ragazzini che sognano di diventare giocatori».