Juve, 12 mesi per un’altra resurrezione e ha riconquistato il suo pubblico

Bianconeri rinati dalle ceneri per l’ennesima volta. Da novembre a novembre: un anno fa si dimettevano Agnelli e il Cda e iniziava l’inferno giudiziario, oggi...
Juve, 12 mesi per un’altra resurrezione e ha riconquistato il suo pubblico© Aldo Liverani

TORINO - Dodici mesi fa si dimetteva Andrea Agnelli e tutto il Consiglio di Amministrazione della Juventus. Assediati da un’inchiesta, che qualche mese dopo abbiamo saputo non doveva essere svolta a Torino, il presidente e i dirigenti avevano compiuto un passo indietro per consentire a loro stessi e al club una maggiore libertà di scegliere le strategie difensive. Il 28 novembre 2022 si raggiungeva il culmine di un periodo burrascoso per la società e iniziava una battaglia con la giustizia sportiva, non priva di assurdità giuridiche, che ha sballottato la squadra come una barca in mezzo a una tempesta. Barca che, in qualche modo, è comunque arrivata in porto, ma al netto del quarto posto (poi modificato dalla giustizia sportiva in settimo), ha visto aleggiare intorno a sé un clima depresso, di delusione, scontentezza per il gioco espresso, disincanto e mancanza di entusiasmo. La stagione è finita male e quella nuova è iniziata con nebuloso scetticismo intorno a Massimiliano Allegri e una campagna abbonamenti appena sufficiente. Il rischio era di trovarsi uno stadio semivuoto e tiepido con la conseguente evaporazione della passione, rischio grave per una squadra che, contemporaneamente, affrontava una crisi economico finanziaria di una certa importanza.

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Da novembre a novembre, la Juventus è seconda in campionato, lotta con l’Inter per lo scudetto, ha vinto cinque partite di fila e le ha combattute tutte, dal primo minuto all’ultimo di recupero e, proprio con quella ritrovata ferocia agonistica, ha riconquistato l’amore del suo pubblico. Il popolo juventino non ne ha fatto una questione estetica, ma di impegno e di lotta: la Juventus di quest’anno è riuscita a riconquistare la sua gente e i risultati hanno elettrizzato i sogni più ambiziosi. "Crediamoci!", recitava un vecchio striscione tornato di grande attualità. La questione non è tanto quella di vincere lo scudetto, ma di provarci fino all’ultima giornata, di battersi con onore, magari di sconfiggere l’Inter nella sfida del 26 novembre che inizia ad avere il sapore della grande rivincita per questi ultimi anni.

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