TORINO - Juventus-Inter non è e non può essere una partita come tutte le altre. Proprio come, quella di ieri, non è stata una vigilia come tutte le altre. Il Torino Film Festival in corso di svolgimento in città, infatti, ha celebrato al Cinema Massimo la figura di Marcello Lippi, protagonista del docufilm fuori concorso “Adesso vinco io”. Un’opera che rovista nel dietro le quinte dei trionfi (e anche dei passi falsi) del tecnico viareggino, un’opera che ha visto l’oggi 75enne tornare con commozione sotto la Mole Antonelliana. "Venire a Torino è ogni volta una grande emozione, qui ho vissuto gli anni migliori della mia carriera", il sincero pensiero di Lippi davanti ai microfoni, prima che la pellicola si prendesse la scena. Scavando, spiegando e illustrando, dai successi in bianconero a quelli ovviamente con la Nazionale, passando anche per le vittorie raccolte in Cina. E commovendo, in particolare quando sullo schermo è comparso il sorriso contagioso di Gianluca Vialli, in un video-messaggio inviato allo stesso allenatore toscano soltanto pochi anni fa.
L'apice della carriera di Lippi
Tra aneddoti, ricordi e battute, inevitabilmente, il pomeriggio torinese si è colorato di intense tinte bianconere, in maniera quasi evocativa a poche ore da una sfida dai mille significati come quella di stasera allo Stadium contro l’Inter. Lo stesso Lippi, d’altronde, di derby d’Italia ha dimostrato di intendersene a Torino, tra mille battaglie e tanti successi: da quello firmato proprio da Vialli nel 1995 al rotondo 3-0 ricamato da Nedved e Camoranesi nel 2003, passano inevitabilmente per “quella” gara del 1998 che così tanto ha contribuito a soffiare sulla fiammella della rivalità tra i due club. E così, nel pieno centro del capoluogo sabaudo, ieri non hanno voluto mancare all’appuntamento, per un caldo saluto al tecnico e per una suggestiva anteprima dell’opera, tanti volti di ieri, di oggi e di domani della Juventus. Come lo stesso Pavel Nedved, per la prima volta a Torino in pubblico dopo le dimissioni dal CdA bianconero. E come Allegra Caracciolo, moglie di Umberto Agnelli e mamma di Andrea, che a Lippi ha riservato una materna carezza sulla guancia. E poi ancora come Cristiano Giuntoli, in platea al fianco di Federico Cherubini, simboli della Juventus attuale. E come Ciro Ferrara, Massimo Mauro e Ivano Bordon, simboli a vario titolo invece della Juventus che è stata. Quella Juventus che ha segnato l’apice della lunga e vincente carriera di Lippi. Il quale, al contempo, si è ritagliato un capitolo, nella grande storia del club bianconero, con ben pochi eguali per trionfi in bacheca ed intensità del racconto.