TORINO - Credere nello scudetto costa diecimila euro. La tariffa è quella del giudice sportivo, la furia di chi vuole provare l’impresa è invece quella di Allegri. In mezzo c’è l’arbitro Davide Massa che venerdì sera ha combinato qualche pasticcio con la complicità del Var. Così il tecnico juventino, pacato davanti alle telecamere, anche per non dare alibi alla squadra che a Genova non ha certo disputato una buona partita, è diventato una furia nello spogliatoio degli arbitri, forse esagerando un po’ visto che si è meritato una multa da diecimila euro. Ma se sbagliare i toni di una rivendicazione, anche se giusta, è sempre da condannare, la rabbia di Max è piaciuta ai tifosi che hanno apprezzato la volontà di difendere il club, non lasciar correre errori che possono costare punti importanti e, soprattutto, hanno visto nella veemente reazione del tecnico il fatto di credere in qualcosa di più del 4° posto, obiettivo sbandierato per opportunità assortite.
Gli episodi di Genoa-Juve
Se si arrabbia così per un Genoa-Juventus, vuol dire che ci crede anche lui. Le due versioni di Massimiliano Allegri sono andate in scena venerdì a Marassi, subito dopo il fischio finale dell’arbitro Massa. Reo, assieme al collega al Var Michael Fabbri, di non aver concesso un altro rigore per un braccio largo di Mattia Bani sul cross di Andrea Cambiaso, di aver accorciato il tempo di recupero nonostante il numero di sostituzioni (appena tre minuti, che è un’abitudine del fischietto di Imperia, molto parco nel concedere il recupero, nonostante le indicazioni della Fifa siano esattamente al contrario) e di non aver estratto il rosso per il piede a martello di Malinovskyi sulla gamba di Yildiz. Errore stigmatizzato dallo stesso designatore Rocchi a Dazn: "L’espulsione mancata di Malinovskyi è grave: ho chiesto i essere molto duri, su chi mette in difficoltà gli avversari con interventi pericolosi non possiamo essere tolleranti".