
Anche Carlos Alcaraz e Tiago Djaló: «Andiamo tutti» ha detto Massimiliano Allegri alla vigilia del Derby d’Italia, coinvolgendo nella trasferta a San Siro anche il centrocampista argentino e il difensore portoghese appena arrivati. La Juve è unita e vuole subito amalgamare i nuovi innesti in un gruppo la cui compattezza è uno dei segreti di una stagione finora sorprendente. E poi chissà: se Djaló deve ancora ritrovare la condizione dopo l’intervento al crociato del ginocchio destro e quasi un anno di inattività, Alcaraz è in perfetta forma e Allegri nel finale potrebbe ritenere utile scoprirne le qualità.
Torna Rabiot, l'arma in più
Il tecnico bianconero non ha invece niente da scoprire delle qualità di Adrien Rabiot - anzi, proprio lui lo ha aiutato a metterle pienamente in mostra - ed è per questo che, anche se rientrato in gruppo solo giovedì dopo due settimane di allenamenti personalizzati e due partite saltate per un affaticamento a un polpaccio, stasera Cavallo Pazzo sarà in mezzo al campo al fischio d’inizio. «Ha un motore diverso» , ha spesso detto Allegri di lui. Proprio quel motore lo rende fondamentale: la media punti scende da 2,5 con lui a 2 senza di lui e senza di lui sono arrivati gli ultimi due pareggi, con Genoa ed Empoli, mentre con lui dopo l’1-1 all’andata con l’Inter la Juve ha sempre vinto. Proprio quel motore gli permette di essere in campo in una sfida così difficile nonostante l’acciacco che l’ha fermato. Acciacco fastidiosa eredità della lesione rimediata a giugno con la Nazionale francese, gestito con la massima attenzione dallo staff medico bianconero e dai preparatori atletici. Due “squadre” la cui virtuosa collaborazione è il principale fattore - c’entrano anche rigiovanimento della rosa e assenza di impegni infrasettimanali - della riduzione a meno della metà degli infortuni muscolari rispetto alla passata stagione: finora sono stati 10, l’anno scorso a fine girone d’andata già 28.