La Serie B con la Juve e il caso scommesse
Momenti belli, ma altri estremamente difficili, come l'anno in Serie B: "Nei momenti duri non mi sono mai girato dall'altra parte, alla fine dei conti viene fuori chi si è veramente. Quella fu un'occasione per dimostrare come sia possibile giocare anche per altri valori. Se lo rifarei? Altre 100 volte, anche se dal punto di vista della carriera qualcosa mi è costato, visto che per anni sono stati al di fuori del miglior panorama calcistico europeo. Dopo la vittoria del Mondiale, andai in sede e percepii un'aria di dismissione, era un cataclisma. Parlai con Alessio Secco, che era il direttore, e dissi che se a loro fosse interessato io sarei rimasto. Secondo me non si aspettavano da parte mia una risposta del genere. Da lì, poi, si è ripartiti".
Un altro frangente non semplice nella carriera di Buffon fu quello relativo al caso scommesse: "Seppur non l'abbia fatto vedere, è stato uno dei momenti nei quali mi sono sentito più in vita mia, nel mio orgoglio. Non mi sono neanche speso in polemiche o quant'altro perché dovevo cominciare sempre delle competizioni importanti: l'equilibrio mentale è fondamentale, e quindi non potevo ingaggiare duelli dialettici perché volevo canalizzare le mie energie sul campo. Ma dal punto di vista personale è stato offensivo, clamoroso per chi mi conosce. Ora è capitato a questi ragazzi: sono usciti 100 nomi, ma alla fine ne son stati squalificati 2, e gli altri se li ricordan tutti ma nessuno ha chiesto scusa. Una cosa che si può dire: in Italia tutti diventano bacchettoni quando si parla di scommesse, ma poi si va a fare la schedina, il gratta e vinci e così via. Ma io non condanno quelle dinamiche, perché il gioco è una parte importante della vita. Nella vita è bellissimo far le cose seriamente, il sudore, la sofferenza, ma c'è anche il piacere nella vita. Io non condanno se una persona compra il gratta e vinci e sogna di diventare re. Poi si è parlato di ludopatia, ma non è che se uno spende tot è ludopatico e se spende 1 centesimo in meno perché non ha le possibilità non lo è. Secondo me la ludopatia è quanto tempo dedichi a certe cose, non quanto spendi".