La Juve fa ricorso al Tar contro i rilievi Consob: cosa contesta il club

La società bianconera ha deciso di impugnare le rilevazioni in merito al bilancio d’esercizio al 30 giugno 2022

Avrà una coda al Tar del Lazio il contenzioso tra Juventus e Consob che, nel suo ultimo capitolo, ha avuto il bilancio d’esercizio al 30 giugno 2022 e il bilancio consolidato semestrale al 31 dicembre 2022 del club bianconero quale terreno della disputa. La vicenda è nota dallo scorso 25 ottobre, giorno in cui la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha assunto la delibera, ora impugnata dai vertici della Continassa, in cui sono stati mossi alcuni rilievi del tutto analoghi a quelli già presentati in relazione ai bilanci precedenti.

Consob, quali rilievi ai bilanci Juve

Termini della questione, infatti, le cosiddette “operazioni incrociate”, gli effetti delle “manovre stipendi” e le side letter alla base dei ribattezzati “accordi di recompra”. Argomenti estremamente tecnici, che se accolti – come ha tenuto a precisare la Juventus, dopo aver fornito i prospetti con gli effetti contabili dei rilievi – produrrebbero persino conseguenze positive, come una riduzione della perdita d’esercizio sul successivo bilancio da 123,7 a 87,2 milioni.

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La contestazione della Juventus

Il club bianconero, in particolare, contesta il parere Consob secondo il quale le “operazioni incrociate” nel mirino – quindici relative ai passati bilanci e il solo scambio Dragusin-Cambiaso con il Genoa in aggiunta – rappresenterebbero “un’operazione di scambio ai sensi dello IAS 38”, quindi da trattare come permute, dato che “anche i pareri legali e tecnico-contabili acquisiti confermano la correttezza dell’accounting policy adottata”, si legge tra le riflessioni della società. Analoghe contestazioni sono quindi mosse per quanto concerne gli effetti delle “manovre stipendi” e quelli degli “accordi di recompra”, che Juventus inquadra come “carteggio privo dei requisiti di forma richiesti a pena di nullità, in cui non è mai presente la sottoscrizione dei calciatori menzionati, e che pertanto non costituisce contratti ai sensi del principio contabile IFRS 15, poiché gli stessi non risultano idonei a generare diritti e obbligazioni esigibili tra le parti”, si legge ancora.

Così la Juventus ha optato per replicare alle comunicazioni arrivate nello scorso autunno da Consob, che rimandavano a “carenze e criticità in ordine alla correttezza contabile del bilancio”, ma anche a “principi contabili internazionali applicabili e violazioni riscontrate al riguardo”. Rilievi che, in ogni caso, non incidono sulla validità dei bilanci cui si riferiscono, assumendo unicamente valore sul solo piano informativo.

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Avrà una coda al Tar del Lazio il contenzioso tra Juventus e Consob che, nel suo ultimo capitolo, ha avuto il bilancio d’esercizio al 30 giugno 2022 e il bilancio consolidato semestrale al 31 dicembre 2022 del club bianconero quale terreno della disputa. La vicenda è nota dallo scorso 25 ottobre, giorno in cui la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha assunto la delibera, ora impugnata dai vertici della Continassa, in cui sono stati mossi alcuni rilievi del tutto analoghi a quelli già presentati in relazione ai bilanci precedenti.

Consob, quali rilievi ai bilanci Juve

Termini della questione, infatti, le cosiddette “operazioni incrociate”, gli effetti delle “manovre stipendi” e le side letter alla base dei ribattezzati “accordi di recompra”. Argomenti estremamente tecnici, che se accolti – come ha tenuto a precisare la Juventus, dopo aver fornito i prospetti con gli effetti contabili dei rilievi – produrrebbero persino conseguenze positive, come una riduzione della perdita d’esercizio sul successivo bilancio da 123,7 a 87,2 milioni.

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