La giostra Zidane e il profumo di nuovo: l'utopia Juve difficile da rifiutare

Fa parte dei diritti costituzionali del tifoso, ambire al brivido della novità, del ricominciare un percorso, convinti che sia quello verso il trionfo, così come ispirarsi alla magia di un nome dal forte potere evocativo

È molto difficile, quasi impossibile che Zinedine Zidane alleni la Juventus nella prossima stagione. Ma sognare è gratis e fa bene all’umore, così il popolo bianconero, o quantomeno una parte di esso, ha avuto un sussulto quando, lunedì sera, ha ascoltato dalla viva voce di Zizou il suo desiderio di allenare in Italia. E immaginarlo proprio sulla panchina della Juventus ha prolungato il brivido a milioni di tifosi, che associano istintivamente al genio francoalgerino alcuni dei momenti più belli della loro vita bianconera.

Zidane, il popolo bianconero vuole cambiare

Anche perché, lunedì sera, Zidane si è tuffato nel suo passato torinese, omaggiando l’allenatore che più di ogni altro lo ha ispirato, Marcello Lippi, e commuovendosi alla prima del film a lui dedicato. I due si sono abbracciati ed è stato un momento intenso, perché Zizou si è ricordato benissimo quando, all’inizio, Lippi era forse l’unico a credere nelle sue qualità. Insomma, il popolo juventino coccola l’idea di Zizou in panchina e non solo perché è un allenatore che ha saputo vincere tre Champions di fila, ma proprio per la sua indubitabile juventinità d’animo. E poco gli importa se la società non sta cercando uno come Zizou o, anzi - stando alle parole di Cristiano Giuntoli - non sta proprio cercando nessuno perché vuole tenersi Allegri.

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La giostra Zidane e il dibattito su Allegri

Un giro sulla giostra di Zidane, della sua fantasia calcistica e della sua capacità di cambiare le partite, anche dalla panchina, è difficile da rifiutare. Soprattutto in tempi nei quali la fede juventina ha bisogno di essere annaffiata con desideri e ricordi. Ma il sogno di vedere Zidane allenatore della Juventus è anche il sintomo della necessità che il popolo bianconero avverte di cambiare, rinfrescare, aprirsi nuovi orizzonti.

Forse perché il dibattito su Allegri ha stancato tutti, a prescindere dall’idea che hanno di Max. Forse perché quando una squadra vive un momento deludente, è quasi terapeutico aggrapparsi all’idea di un qualche cambiamento per deglutire meglio certe partite e certe prestazioni. L’onda, positiva o negativa, dei risultati influenza qualsiasi ragionamento e nei momenti di bassa marea, si galleggia pensando a un futuro diverso, si chiami Zidane o Thiago Motta, basta che profumi di nuovo.

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Zidane alla Juve, il sogno

È giusto così, perché fa parte dei diritti costituzionali del tifoso, ambire al brivido della novità, del ricominciare un percorso, convinti che sia quello verso il trionfo, così come ispirarsi alla magia di un nome dal forte potere evocativo. Resta difficile e quasi impossibile vedere Zidane sulla panchina della Juventus della prossima stagione. Per molte ragioni, la prima delle quali è che se dovesse divorziare da Allegri, la società guarderebbe a un profilo diverso per un progetto che si basa sullo sfruttamento dei giovani della Next Gen e su innesti “intelligenti”, non certo su colpi stellari cui è abituato Zizou, allenatore di uno dei Real Madrid più galattici di sempre. Ma non è questo il punto.

Questo sogno di una notte di mezzo inverno è un segnale che va colto: nell’indispensabile e fondamentale razionalità con la quale la nuova dirigenza juventina sta traghettando il club in acque sicure (compito che eccita poco le folle, ma resta indispensabile), c’è forse la necessità di un pizzico di utopia che alimenti l’ottimismo. Non per accontentare i capricci dei tifosi scontenti, ma per fare uscire tutti dal pantano senza sogni in cui si sono infognati.

 

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È molto difficile, quasi impossibile che Zinedine Zidane alleni la Juventus nella prossima stagione. Ma sognare è gratis e fa bene all’umore, così il popolo bianconero, o quantomeno una parte di esso, ha avuto un sussulto quando, lunedì sera, ha ascoltato dalla viva voce di Zizou il suo desiderio di allenare in Italia. E immaginarlo proprio sulla panchina della Juventus ha prolungato il brivido a milioni di tifosi, che associano istintivamente al genio francoalgerino alcuni dei momenti più belli della loro vita bianconera.

Zidane, il popolo bianconero vuole cambiare

Anche perché, lunedì sera, Zidane si è tuffato nel suo passato torinese, omaggiando l’allenatore che più di ogni altro lo ha ispirato, Marcello Lippi, e commuovendosi alla prima del film a lui dedicato. I due si sono abbracciati ed è stato un momento intenso, perché Zizou si è ricordato benissimo quando, all’inizio, Lippi era forse l’unico a credere nelle sue qualità. Insomma, il popolo juventino coccola l’idea di Zizou in panchina e non solo perché è un allenatore che ha saputo vincere tre Champions di fila, ma proprio per la sua indubitabile juventinità d’animo. E poco gli importa se la società non sta cercando uno come Zizou o, anzi - stando alle parole di Cristiano Giuntoli - non sta proprio cercando nessuno perché vuole tenersi Allegri.

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