Il calendario che da ora in avanti sarà più difficile, in termini di valore delle avversarie, potrebbe dunque essere paradossalmente un aiuto?
«Secondo me sì. La Juve con questa gestione di Allegri ha mostrato di non essere molto flessibile, di non avere molte alternative: quando l’avversario si chiude la soluzione è il cross per Vlahovic, spesso neanche dal fondo. Di giocatori che sanno veramente costruire gioco nella formazione bianconera ci sono un po’ Miretti, un po’ Rabiot e Cambiaso. Gli altri sono o incursori o giocatori che puntano sul duello: mancano quelli che giocano per gli altri e per creare spazi. Il Bologna, dove tutti si scambiano posizione, è l’esempio opposto: basta guardare Vlahovic, che presidia lo spazio e gioca sul duello, e Zirkzee che non sai mai dov’è ed è il primo a creare spazio. Poi su questo tipo di difficoltà ha inciso anche la scelta di Allegri di giocare senza un vero organizzatore di gioco, rinunciando ad Arthur e Paredes: Locatelli non è un play, ma un interditore e potenzialmente un incursore se giocasse mezzala. Gli manca quella visione, quella velocità e imprevedibilità nel passaggio che un vero play dovrebbe avere. Contro squadre di livello più alto, per tornare al calendario, che giocano alla pari, ma ti fanno anche giocare e ti lasciano degli spazi, la Juve può ritrovare più facilmente il suo dna e trovare i varchi per “accendere” le sue mezzali».
Uno dei temi più dibattuti è la posizione di Chiesa: cosa indicano i vostri dati?
«Nonostante giochi seconda punta, tende sempre a defilarsi molto a sinistra. Questo partire dal centro e allargarsi lo porta a tirarsi dietro l’avversario e spesso a ricevere andando incontro, spalle alla porta e quindi dovendo girarsi anziché puntare l’uomo. Così perde il vantaggio di giocare vicino a Vlahovic e il vantaggio di essere vicino alla porta, e al tempo stesso non guadagna il vantaggio in termini di spazio che potrebbe avere partendo subito largo».
Chi potrebbe essere la spalla ideale di Vlahovic?
«Vlahovic riesce comunque a essere pericoloso, per la capacità che ha di vincere i duelli: essendo bravo anche spalle alla porta, se avesse vicino un giocatore per fare l’uno-due o liberare il terzo uomo, secondo me sarebbe sfruttato meglio. Yildiz per me in questo senso ha caratteristiche migliori, perché sta più vicino all’area e la punta di più di Chiesa, è più adatto a giocare da sottopunta, mentre con Chiesa si dovrebbe passare al 4-3-3. Modulo che però accentuerebbe la mancanza di un regista, perché verrebbe meno l’aiuto al centrocampo dei braccetti difensivi che la Juve invece sfrutta molto bene, e sarebbero ancora più necessari gli scambi di posizione, ad esempio con una mezzala quando il regista è mancato: troppe cose in poco tempo. La Juve ora deve pensare a ritrovare compattezza dietro e velocità nelle giocate verticali».