L’annuncio dell’allenatore e il mercato di Giuntoli: la Juventus che verrà

La squadra bianconera rimonta il Bologna dal 3-0 ritrovando lo spirito di Roma, ma è ora di progettare il futuro

I fuochi d’artificio non riescono a illuminare abbastanza la notte di Bologna per poter cogliere, nel delirio della festa rossoblù, la vera portata dell’impresa del Bologna che, fra 119 giorni, la musica della Champions la sentirà sul serio, schierato a centrocampo prima di una partita, magari contro il Real Madrid o il Manchester City. Le chiamano favole, ma è stucchevole e sbagliato, perché è tutto maledettamente reale nel progetto che ha visto in Giovanni Sartori l’architetto e in Thiago Motta il capomastro che, nelle prossime settimane, potrebbe essere annunciato sulla panchina della Juventus. La Juventus da ricostruire, magari partendo proprio da questi folli giorni in cui la squadra ha riscoperto di avere un’anima e uno spirito che aveva spento.

L'orgoglio di una squadra

La finale di Roma e l’ultima mezz’ora di Bologna hanno visto risorgere l’orgoglio di una squadra che, come da ordine di Paolo Montero, ha rispettato la sacralità della maglia che indossa. La Juventus deve ripartire esattamente da qui perché, parliamoci chiaro, il club non ha le possibilità economiche per infarcire di fuoriclasse la rosa, perciò sarà necessaria la ferocia agonistica che, alla bisogna, può tamponare l’assenza dei campioni. La concentrazione di Roma, la forza di volontà di ieri sera, quando sul 3-0 poteva prevalere la voglia di mollare, sono i primi mattoni con i quali erigere la Juventus 2024-25.

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Il primo vero mercato di Giuntoli

Manca un’ultima partita, ma è già tempo di mercato. C’è un allenatore da annunciare e poi sarà il momento di Cristiano Giuntoli, l’uomo che dovrà ristrutturare la rosa, inventandosi i colpi, cercando di limitare i sacrifici, mettendo insieme un gruppo nutrito perché dovrà affrontare cinque competizioni. I soldi sono quelli che sono, ma non è un caso che John Elkann abbia citato proprio il direttore tecnico nella lettera agli azionisti Exor, puntando forte sulla sua professionalità e abilità. Le dovrà dimostrare nei prossimi due mesi, quando sarà protagonista del suo primo vero mercato alla guida della Juventus. Servono molti giocatori, forse troppi, l’importante è aumentare la qualità tecnica di una rosa che si è molto impoverita.

Poi sarà compito del nuovo allenatore rivitalizzare il talento dei giocatori che, per circostanze e vicissitudini, lo hanno anestetizzato. Non Yildiz, che ieri sera è esploso come una lattina di cocacola agitata prima di aprirla. Il ragazzino turco è stata, a lungo, la lucina in fondo al tunnel del terribile girone di ritorno bianconero: la speranza dei tifosi che un futuro diverso era possibile. Ieri ha segnato un gol meraviglioso e stappato una partita che sembrava ammuffire sotto la pioggia di Bologna. Schiaffargli sulle spalle il paragone con Del Piero è ingrato e sciocco, ma l’impressione di aver assistito, in questo mesi, all’alba di un grande giocatore è forte, così come la curiosità di vederlo con più continuità nella Juventus che verrà.

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I fuochi d’artificio non riescono a illuminare abbastanza la notte di Bologna per poter cogliere, nel delirio della festa rossoblù, la vera portata dell’impresa del Bologna che, fra 119 giorni, la musica della Champions la sentirà sul serio, schierato a centrocampo prima di una partita, magari contro il Real Madrid o il Manchester City. Le chiamano favole, ma è stucchevole e sbagliato, perché è tutto maledettamente reale nel progetto che ha visto in Giovanni Sartori l’architetto e in Thiago Motta il capomastro che, nelle prossime settimane, potrebbe essere annunciato sulla panchina della Juventus. La Juventus da ricostruire, magari partendo proprio da questi folli giorni in cui la squadra ha riscoperto di avere un’anima e uno spirito che aveva spento.

L'orgoglio di una squadra

La finale di Roma e l’ultima mezz’ora di Bologna hanno visto risorgere l’orgoglio di una squadra che, come da ordine di Paolo Montero, ha rispettato la sacralità della maglia che indossa. La Juventus deve ripartire esattamente da qui perché, parliamoci chiaro, il club non ha le possibilità economiche per infarcire di fuoriclasse la rosa, perciò sarà necessaria la ferocia agonistica che, alla bisogna, può tamponare l’assenza dei campioni. La concentrazione di Roma, la forza di volontà di ieri sera, quando sul 3-0 poteva prevalere la voglia di mollare, sono i primi mattoni con i quali erigere la Juventus 2024-25.

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