Cherubini, la scalata fino alla prima squadra della Juve
Ha fatto anche il direttore sportivo della prima squadra, Cherubini, prima affiancando Paratici nel dopo Marotta e poi prendendone il posto nella stagione del rientro di Allegri per gestire la fase più difficile e meno gratificante del ciclo. Lo ha fatto fino all’inibizione, dando il via a un processo di ringiovanimento e rinnovamento che la nuova dirigenza ha continuato e completerà. Molto probabilmente senza Cherubini, che nel corso dell’ultimo anno ha svolto compiti utili di raccordo e sviluppato progetti. Si è mormorato, nei corridoi, che Cristiano Giuntoli avrebbe fatto un tentativo per trattenerlo. La notizia non ha, per ora, trovato riscontri e l’ipotesi più probabile che le strade di Cherubini e della Juventus si separeranno il 30 giugno con il garbo e l’educazione che ne hanno contraddistinto il percorso (merce rara nel mondo del pallone dove l’arroganza paga sempre di più). Un altro salto e altri viaggi in macchina attendono, quindi, Federico Cherubini che, al momento, non sa ancora cosa farà. In un calcio che lui ha visto (e vede) cambiare, resta affascinato dall’innovazione, dallo studio (quasi secchionesco) dei problemi e dalle nuove soluzioni. Alla Juventus lascia una manciata di buone idee e un mucchio di talenti, alcuni dei quali hanno salvato la baracca in questa stagione, quando non c’erano i soldi per comprarsi i giocatori e bisognava trovarseli in casa. E, in fondo, quel gol, quel gol fantastico, di Kekan Yildiz, segnato ieri sera è elegante ceralacca su dodici anni di serio lavoro.