Un nuovo Locatelli
In quella nuova si tufferà anche con la speranza che la rivoluzione annunciata di Thiago Motta possa aiutarlo a rinascere. Anzi, una doppia speranza: da un lato legata al ruolo, che non dovrebbe più essere quello di perno davanti alla difesa in cui lo ha utilizzato Allegri, ma quello di uno dei due centrali del 4-2-3-1 o di mezzala in un 4-3-3, in ogni caso libero - anzi, incaricato - di scambiarsi di frequente posizione con i compagni di reparto; dall’altro una speranza legata al tipo di gioco, basato sul possesso palla come lo era quello del Sassuolo di De Zerbi in cui era esploso. Un tipo di gioco che ha anche invocato nelle ultime dichiarazioni,: «Dovremo tenere più la palla, per le mie caratteristiche è importante».
Nel Sassuolo peraltro si giovava della presenza al suo fianco di un giocatore molto tecnico come Maxime Lopez, spalla preziosa che nella passata stagione - in cui il suo rendimento era stato decisamente più alto che in questa - aveva trovato in Nicolò Fagioli. Lo ha ritrovato sabato a Bologna e lo ritroverà nella prossima stagione: spalla preziosa, come i nuovi acquisti che alzeranno il tasso qualitativo del centrocampo bianconero, ma anche concorrente pericoloso, come proprio giovedì Locatelli ha appurato, visto che Fagioli è uno dei centrocampisti che Spalletti gli ha preferito. D’altra parte, nell’Italia come nella Juve, è normale che la concorrenza sia di alto livello: quello a cui Locatelli conta di tornare, per far sì che il nero resti solo quello accanto al bianco delle strisce sulla maglia, e che la sua maglia torni a tingersi anche d’azzurro.