TORINO - La brusca separazione tra Allegri e la Juventus, all’indomani della dolce eppure elettrica finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta, ha trascinato con sé gli storici volti dello staff al seguito del tecnico livornese. Da Landucci a Dolcetti, da Trombetta a Folletti, tutti i “fedelissimi” di Max si sono congedati dalla Continassa insieme a lui. Al contrario, invece, di una figura “di società” come Francesco Magnanelli, legato al club da un accordo biennale firmato la scorsa estate e al fianco di Montero (al pari di Padoin) negli ultimi due turni del campionato appena passato agli archivi. Certo, l’ex mestierante della mediana era arrivato a Torino dopo l’avvallo di Allegri, che a Sassuolo l’aveva anche apprezzato nel rapporto allenatore-giocatore, ma la scelta operata meno di un anno fa alla Continassa valicava i meri rapporti interpersonali. La società bianconera aveva infatti visto in Magnanelli qualità su cui investire, al punto da lavorare ai fianchi per sradicarlo dall’Emilia dopo diciotto stagioni - a vario titolo - in neroverde.