Juve, con Allegri via tutti i fedelissimi. Risorsa Magnanelli: nuovo ruolo

Il collaboratore tecnico è legato ai bianconeri da un biennale, ma Thiago Motta ha già la sua squadra. Ecco cosa potrebbe fare ora l’ex Sassuolo

TORINO - La brusca separazione tra Allegri e la Juventus, all’indomani della dolce eppure elettrica finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta, ha trascinato con sé gli storici volti dello staff al seguito del tecnico livornese. Da Landucci a Dolcetti, da Trombetta a Folletti, tutti i “fedelissimi” di Max si sono congedati dalla Continassa insieme a lui. Al contrario, invece, di una figura “di società” come Francesco Magnanelli, legato al club da un accordo biennale firmato la scorsa estate e al fianco di Montero (al pari di Padoin) negli ultimi due turni del campionato appena passato agli archivi. Certo, l’ex mestierante della mediana era arrivato a Torino dopo l’avvallo di Allegri, che a Sassuolo l’aveva anche apprezzato nel rapporto allenatore-giocatore, ma la scelta operata meno di un anno fa alla Continassa valicava i meri rapporti interpersonali. La società bianconera aveva infatti visto in Magnanelli qualità su cui investire, al punto da lavorare ai fianchi per sradicarlo dall’Emilia dopo diciotto stagioni - a vario titolo - in neroverde.

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Il futuro di Magnanelli

Il collaboratore tecnico di Allegri nell’ultima stagione, insomma, rappresenta a tutti gli effetti una risorsa nell’organigramma della Juventus. Per di più molto apprezzata dallo spogliatoio, come sussurrato tra i corridoi della Continassa e come, a ben vedere, schiettamente ammesso anche da più d’un giocatore, negli ultimi mesi, davanti ai microfoni. L’avvicendamento tra Allegri e Thiago Motta in panchina, però, porta con sé inevitabili conseguenza a livello di scenari nello staff tecnico. Con l’ormai ex allenatore del Bologna che, naturalmente, si trasferirà presto a Torino con tutta la sua squadra di collaboratori: dal vice Hugeux al preparatore atletico Colinet, dagli analisti Colasante e Garcia ai preparatori dei portieri Doussou-Yovo e Lozano. Un gruppo affiatato e consolidato, che ha fatto quadrato intorno all’italo-brasiliano ben prima dell’ultima stagione da favola vissuta all’ombra del San Luca. Un gruppo i cui equilibri, salvo repentini colpi di scena, non verranno intaccati - almeno nell’immediato - con l’aggiunta dello stesso Magnanelli.

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Un ruolo nel settore giovanile

L’ex centrocampista del Sassuolo, a questo punto, potrebbe mettere in pratica quanto imparato negli ultimi anni, vuoi da De Zerbi e vuoi proprio da Allegri, tentando l’avventura da allenatore in prima persona. Per gradi, però, partendo dal basso. E sempre nella Juventus, cui è ancora legato a livello contrattuale. Magnanelli figura così tra i principali candidati a una panchina nel settore giovanile bianconero, se non direttamente in Next Gen. Brambilla ambisce infatti a una prima squadra vera e propria: spera in una chiamata dalla Serie B, magari sulla scorta della recente cavalcata fino ai quarti di finale dei playoff di Serie C con i bianconeri, intanto soppesa con interesse gli ammiccamenti nella categoria, in primis quello del Pescara. Ma il timone della seconda squadra potrebbe anche finire tra le mani di Montero, che con tanti dei ragazzi del prossimo organico ha già lavorato nelle ultime due stagioni alla guida dell’Under 19. E che, per di più, vanta un proficuo rapporto personale con Thiago Motta, sbocciato a Coverciano durante il corso da allenatori, base importante per affinare quella sinergia indispensabile tra i due livelli. Il suo eventuale salto in avanti, in ogni caso, libererebbe proprio la panchina della Primavera, per quella che rappresenta al momento la suggestione più forte intorno alla figura di Magnanelli. La Juventus, un anno fa, l’ha corteggiato e l’ha convinto. E intende puntare ancora su di lui.

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TORINO - La brusca separazione tra Allegri e la Juventus, all’indomani della dolce eppure elettrica finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta, ha trascinato con sé gli storici volti dello staff al seguito del tecnico livornese. Da Landucci a Dolcetti, da Trombetta a Folletti, tutti i “fedelissimi” di Max si sono congedati dalla Continassa insieme a lui. Al contrario, invece, di una figura “di società” come Francesco Magnanelli, legato al club da un accordo biennale firmato la scorsa estate e al fianco di Montero (al pari di Padoin) negli ultimi due turni del campionato appena passato agli archivi. Certo, l’ex mestierante della mediana era arrivato a Torino dopo l’avvallo di Allegri, che a Sassuolo l’aveva anche apprezzato nel rapporto allenatore-giocatore, ma la scelta operata meno di un anno fa alla Continassa valicava i meri rapporti interpersonali. La società bianconera aveva infatti visto in Magnanelli qualità su cui investire, al punto da lavorare ai fianchi per sradicarlo dall’Emilia dopo diciotto stagioni - a vario titolo - in neroverde.

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