TORINO - Notte americana disastrosa per la Nazionale a stelle a strisce che, al Commanders Field di Washington, ha perso 5-1 contro la Colombia nell’amichevole - che ha visto in campo per oltre un’ora anche l’altro americano juventino, Weston McKennie - di preparazione alla Copa America: l’unica nota positiva il gol di Timothy Weah, una rete da bomber vero al termine di un’azione straordinaria tra tagli e inserimenti. Non è soltanto una piccola consolazione per il giocatore della Juventus ma una prestazione in prospettiva perché il bianconero ha dimostrato di possedere le qualità per candidarsi al ruolo di attaccante esterno nello scacchiere di Thiago Motta.
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Tanto si è discusso di come il nuovo tecnico italo-brasiliano farà giocare la Vecchia Signora basandosi sui sistemi che più ha utilizzato negli ultimi anni, ovvero il 4-3-3 e il 4-2-3-1. E Weah può rientrare per caratteristiche nel ruolo e fare l’Orsolini del Bologna, cioè creare superiorità numerica per poi mettere in mezzo o andare alla conclusione. L’esterno americano nasce infatti come ala destra, poi viene arretrato di qualche metro e utilizzato come esterno destro fino a che Paulo Fonseca decide di abbassarlo addirittura a terzino di spinta, prima sinistro poi destro, nel Lille. Non è il primo e non sarà l’ultimo a subire queste trasformazioni: è stato per esempio il destino di Spinazzola all’Atalanta ma anche di Juan Cuadrado, che addirittura ha fatto tutto il percorso, in avanti e all’indietro. Anche Massimiliano Allegri, nella passata stagione quando Weah si è trasferito dalla Francia a Torino, sebbene non abbia puntato molto su di lui lo ha sempre schierato come terzino o esterno di centrocampo, mai come attaccante esterno. Eppure Weah ha una tecnica da punta: asciutta e lineare, capace di sfruttare appieno la sua velocità lungolinea. Così è possibile che il nuovo allenatore della Juventus voglia far tornare Weah alla sua posizione originaria, ovvero quella di ala, in modo da poter mettere a profitto le sue doti di corsa e di cross.
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