"Perché lo abbiamo preso?": Del Piero e l'arrivo di Deschamps alla Juve

Il retroscena dell'ex capitano bianconero sull'attuale commissario tecnico della nazionale francese, impegnato agli Europei

A pochi giorni dall'inizio degli Europei, che vedrà la Francia di Didier Deschamps tra le grandi protagoniste, Alessandro Del Piero ha parlato proprio del suo ex compagno alla Juve in un'intervista a Laureus Spirit of Sport. L'ex capitano bianconero si è concentrato proprio sulle possibilità dei transalpini di vincere il trofeo, l'unico che manca a Deschamps da allenatore, e sul percorso che si aspetta dall'Italia di Luciano Spalletti

Retroscena Del Piero su Deschamps: "Perché la Juve lo ha preso?

Nel parlare di Didier Deschamps, Del Piero ha svelato un retroscena del suo arrivo alla Juventus nel 1994: "Quando è arrivato per un po’ di tempo non ha parlato in italiano. Essendo poi un ragazzo tranquillo, poco espansivo, non abbiamo avuto la possibilità di legare molto nello spogliatoio. Era un ragazzo piccolo di statura e nemmeno tanto bravo con i piedi e così ho pensato 'Che succede? Perché l’abbiamo preso?'. Poi però quando ci giocavi insieme o contro capivi che era un giocatore fantastico, lottava su ogni colpo di testa pur essendo più basso di me. Era molto consapevole delle sue qualità e le metteva a disposizione della squadra nel migliore dei modi. Sapeva che doveva integrarsi con Zidane e con me, giocatori con qualità tecniche diverse dalle sue. Manteneva sempre le aspettative che riponevi in lui, ra molto forte nella fase difensiva e non perdeva mai un contrasto. Giocatori come lui sono sempre pronti a darti una mano, era uno di quei compagni di squadra senza prezzo".

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Del Piero esalta Deschamps: "Con la Francia un lavoro fantastico"

Del Piero si è quindi concentrato sui risultati ottenuti dal suo ex compagno di squadra alla guida della Francia, capace di vincere un Mondiale, una Nations League e di disputare le finali di Euro 2016 e di Qatar 2022: "L’ho avuto come allenatore per un anno alla Juventus nel 2006. E' davvero interessante vedere come sa gestire ogni tipo di situazione, adesso siamo ovviamente amici. In considerazione della qualità dei giocatori che compongono la rosa della Francia penso che solo due o tre Nazionali siano alla loro altezza. Didier sta facendo un lavoro fantastico, vincendo una Coppa del Mondo e arrivando in finale nella scorsa edizione dei Mondiali ha messo tutti d’accordo. È un ragazzo super intelligente, questo è il motivo principale del suo successo".

Del Piero: "L'Italia deve avere lo spirito del 2000"

Infine un commento sugli azzurri, pronti a debuttare contro l'Albania: "L’Italia ha un’unica strada da percorrere per raggiungere un buon risultato in Germania. Deve avere lo stesso spirito della Nazionale di Euro 2000 ed essere una Squadra, questa è la parola chiave. Non abbiamo giocatori con la stessa qualità di quelli a disposizione di Francia e Inghilterra, ma abbiamo tanti calciatori davvero bravi in ogni ruolo. Se tutti giocano al meglio e seguono le indicazioni di Spalletti allora possiamo giocarci le nostre carte. Possiamo contare su un ottimo portiere come Donnarumma che è davvero straordinario. Abbiamo ottime possibilità di superare la fase a gironi, ma non dobbiamo sottovalutare l’Albania che non ha mai vinto agli Europei contro l’Italia. Sarà motivatissima a scrivere la storia. Noi dobbiamo superare la prima fase nel miglior modo possibile, aumentando così la nostra sicurezza e la fiducia di partita in partita".

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A pochi giorni dall'inizio degli Europei, che vedrà la Francia di Didier Deschamps tra le grandi protagoniste, Alessandro Del Piero ha parlato proprio del suo ex compagno alla Juve in un'intervista a Laureus Spirit of Sport. L'ex capitano bianconero si è concentrato proprio sulle possibilità dei transalpini di vincere il trofeo, l'unico che manca a Deschamps da allenatore, e sul percorso che si aspetta dall'Italia di Luciano Spalletti

Retroscena Del Piero su Deschamps: "Perché la Juve lo ha preso?

Nel parlare di Didier Deschamps, Del Piero ha svelato un retroscena del suo arrivo alla Juventus nel 1994: "Quando è arrivato per un po’ di tempo non ha parlato in italiano. Essendo poi un ragazzo tranquillo, poco espansivo, non abbiamo avuto la possibilità di legare molto nello spogliatoio. Era un ragazzo piccolo di statura e nemmeno tanto bravo con i piedi e così ho pensato 'Che succede? Perché l’abbiamo preso?'. Poi però quando ci giocavi insieme o contro capivi che era un giocatore fantastico, lottava su ogni colpo di testa pur essendo più basso di me. Era molto consapevole delle sue qualità e le metteva a disposizione della squadra nel migliore dei modi. Sapeva che doveva integrarsi con Zidane e con me, giocatori con qualità tecniche diverse dalle sue. Manteneva sempre le aspettative che riponevi in lui, ra molto forte nella fase difensiva e non perdeva mai un contrasto. Giocatori come lui sono sempre pronti a darti una mano, era uno di quei compagni di squadra senza prezzo".

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