Nasce una Juve più forte di quella di Allegri: ma c’è un nodo da sciogliere

Se arriverà pure Koopmeiners, a centrocampo salto degno di Tamberi. Lecito attendersi calcio più fluido dopo le ultime sofferenze tecniche

Gioco e giocatori. Senza contrapposizioni. Anzi, uniti al ritmo del “bianco che abbraccia il nero”, per citare la colonna sonora dello Stadium. Grazie a Thiago Motta la nuova Juve proporrà un gioco nuovo, forse. Di sicuro, nuovi giocatori. Certo, non avrà Calafiori e nemmeno Zirkzee, i “figliocci” bolognesi. Ma magari meglio così, visto com’è andata la storia di Spalletti con suo “figlio” Di Lorenzo all’Europeo. A prescindere dal capitano del Napoli, trattativa per il momento silenziata da Antonio Conte, da Euro 2024 non arriva nessuno. Colpa anche di un infortunio, quello di Koopmeiners che ha perso l’Olanda all’ultima curva e adesso è sul rettilineo per tagliare il traguardo bianconero, dopo una rincorsa iniziata da Giuntoli a bavero alzato, non tanto per restare in incognito ma semplicemente perché faceva ancora freddo. Lanciato in inverno, l’inseguimento all’olandese è cruciale per offrire un bodyguard tecnico a Vlahovic, compito che in origine Motta aveva in mente di affidare a Zirkzee e - malgrado caratteristiche diverse - è singolare che questa specie di alternanza sia stata certificata anche dalla nazionale arancione: fuori Koop, dentro Joshua. Alla Juve sarà viceversa.

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Juve, due per ogni ruolo

Un titolare, più un suo vice: prima degli schemi per la costruzione del gioco dal basso, la schematicità della rosa è partita dall’alto (Giuntoli) e da lontano (dialoghi anticipati con il nuovo allenatore). Due per ogni ruolo. Evidente la rivoluzione a centrocampo, dove l’ufficiale Douglas Luiz e il quasi ufficiale Khephren Thuram vengono incasellati da titolari in tutte le ipotesi e in ogni modulo. Il brasiliano ha avuto valutazione altissima (50 milioni), ma ammorbidita da Iling jr e Barrenechea. Douglas Luiz arriva in coppia con la fidanzata Alisha. E viaggiano assieme anche i due ragazzi, che lasciano a Torino plusvalenze tanto solide e sane quanto il progetto Next Gen degli anni più recenti. Poi il tempo svelerà le loro carriere e se avrebbero fatto ancora comodo. L’impressione è che l’argentino maturato a Frosinone avrà l’aggettivo “affidabile” per sempre aderente a qualsiasi maglia. Invece più vivace e originale potrebbe rivelarsi la traiettoria dell’inglese, non a caso titolare nella finale di Coppa Italia.

Koopmeiners ciliegina dorata della torta mercato Juve: Giuntoli apre il fondo

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Chi arriva e chi parte

Barrenechea e Iling jr sono già volati via. Altri giovani stanno per decollare e finanziare la nuova Juve. Come ha già fatto Kean, che si è ripagato il grigio triennio con spiccioli non banali (13 più bonus dalla Fiorentina). Adesso tocca agli altri. Per esempio Huijsen, che Giuntoli spera diventi una slot-machine sputa milioni. Il prestito alla Roma non ha fatto né bene né male alla valutazione del giovane difensore: una trentina di milioni, si sente dire. Sarà… Comunque soldi che servono per un difensore più gradito al tecnico italo-brasiliano. Perché adesso il quartetto difensivo viene disegnato con Danilo a destra, Gatti-Bremer in mezzo e Cambiaso a sinistra. Ma per palleggiare come si dovrebbe, manca quel che mancava la stagione scorsa: un Calafiori a testa alta, più che un Buongiorno per il quale c’è stato comunque il rilancio anti-Napoli dei giorni scorsi. Si parla di Kiwior. Ci sta. Basta che sia più brillante della versione appannata intravista nella nazionale polacca. Curioso: dall’Europeo può arrivare solo Kiwior. Tre invece partono. Partiranno. Partirebbero. La declinazione del verbo non è ancora sicura. Ma ci siamo capiti. Szcz?sny non farà opposizione, a patto che tornino i conti dell’ultimo anno di contratto. Stessa situazione per Chiesa, un crostino da cucinare attenti a non scottarsi. Ha un altro anno di contratto e - ovviamente - zero voglia di agevolare qualsiasi trattativa senza tornaconto personale, sia tecnico che economico. Con fermate obbligate ai caselli del prezzo e dell’ingaggio, la rotta del 7 verso Sud (Roma o Napoli) diventerà un viaggio con traffico estivo da bollino nero. Si sa quando si parte, non quando si arriva. E tra gli euroscettici sulla permanenza alla Juventus va ormai aggiunto Rabiot che poi chissà deciderà di rimanere. Ma intanto, con l’attuale vaghezza, ha fatto intendere che un anno fa aveva firmato solo e soltanto per Allegri.

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Salto alla Tamberi a centrocampo

Di Gregorio prenderà il posto di Szczesny, Yildiz quello di Chiesa e Thuram jr sperimenterà alla Juve l’eredità Rabiot in nazionale. Presi uno ad uno, “sono tutti downgrade”. Detto senza offesa, assolutamente. Con ironia, ci mancherebbe. E anche con il sollievo che Marcus Thuram “downgrade” di Dzeko è stata una profezia amuleto per l’interista. Magari lo sarà anche per il fratellino neo-juventino. Su alcuni giocatori si può comunque discutere. Sul resto, no. Il salto in alto a centrocampo è un volo che nemmeno Tamberi all’Olimpiade. Con tutto il rispetto che meritano Locatelli, Fagioli, Miretti, McKennie, Nicolussi e compagnia, sia Douglas Luiz che Koopmeiners promettono di elevare tanto il rendimento individuale quanto il gioco collettivo. E siccome il gioco lo fanno i giocatori, soprattutto a centrocampo, sarà giusto attendersi una squadra più fluida e piacevole rispetto alle sofferenze tecniche degli ultimi tempi. Cioè: Thiago Motta ci mette il gioco, Giuntoli i giocatori. Senza contrapposizioni.

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Cambia tutto rispetto a un'estate fa

Ci sarà poi da verificare la corsia di destra, al bivio tra Soulé e Sancho. Nel budget Juve sembra di capire che uno vale l’altro: quaranta milioni. Il resto, mancia. Si faranno i conti e si vedrà. L’argentino forse è il futuro. L’inglese certo il presente. Dipende. Da che dipende? Anche da altre operazioni in uscita che sembrano “scontate” nel senso che i prezzi sarebbero da outlet. Ma non diventano “scontate” (duplice significato della stessa parola…) se screpolano l’orgoglio dei singoli personaggi. Già detto di Szcz?sny e Chiesa, già accennato di Locatelli offerto a De Zerbi per il Marsiglia e Miretti dove lo eleggeranno titolare, restano da sistemare McKennie e Arthur, più Milik e Rugani. Quest’ultimo un mese fa aveva rinnovato. E nel giro di pochi giorni aveva trasformato da convivenza a matrimonio sia il rapporto con la Vecchia Signora Juve che con la giovane signora Michela, sua moglie. Per quanto riguarda il connubio calcistico, si è trattato di un evidente equivoco. Allertati gli avvocati per le pratiche di divorzio, a causa del litigio “fuori rosa” che aleggia sul difensore, più i due centrocampisti e l’attaccante. Ci penserà il direttore sportivo che, qualche anno fa, certe situazioni amava risolverle decisamente a modo suo. "Giuntoli mi dette un pugno in faccia perché non volevo andarmene da Napoli", rivelò Jonathan de Guzman nel 2018, con un’intervista che ancora oggi fa un sacco di visualizzazioni sul web. Alla Juve sarà diverso? Nella forma, sì. Nella sostanza, no. I fuori rosa hanno il destino segnato, lo testimonia pure il Bonucci di un’estate fa. Gioco e giocatori. Senza contrapposizioni. Un’estate dopo, alla Juventus sembra tutto cambiato: sensibilmente in meglio per promesse tecniche e tattiche. Che poi sull’argomento, anche senza schierarsi con gli estremismi, ci sarebbe da ragionare. Giuntoli sta confezionando per Thiago Motta una squadra assai più forte dell’ultima di Allegri. Che comunque un girone da scudetto l’ha fatto e una Coppa Italia l’ha vinta. Perfino alla fine.

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Gioco e giocatori. Senza contrapposizioni. Anzi, uniti al ritmo del “bianco che abbraccia il nero”, per citare la colonna sonora dello Stadium. Grazie a Thiago Motta la nuova Juve proporrà un gioco nuovo, forse. Di sicuro, nuovi giocatori. Certo, non avrà Calafiori e nemmeno Zirkzee, i “figliocci” bolognesi. Ma magari meglio così, visto com’è andata la storia di Spalletti con suo “figlio” Di Lorenzo all’Europeo. A prescindere dal capitano del Napoli, trattativa per il momento silenziata da Antonio Conte, da Euro 2024 non arriva nessuno. Colpa anche di un infortunio, quello di Koopmeiners che ha perso l’Olanda all’ultima curva e adesso è sul rettilineo per tagliare il traguardo bianconero, dopo una rincorsa iniziata da Giuntoli a bavero alzato, non tanto per restare in incognito ma semplicemente perché faceva ancora freddo. Lanciato in inverno, l’inseguimento all’olandese è cruciale per offrire un bodyguard tecnico a Vlahovic, compito che in origine Motta aveva in mente di affidare a Zirkzee e - malgrado caratteristiche diverse - è singolare che questa specie di alternanza sia stata certificata anche dalla nazionale arancione: fuori Koop, dentro Joshua. Alla Juve sarà viceversa.

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Juve, due per ogni ruolo

Un titolare, più un suo vice: prima degli schemi per la costruzione del gioco dal basso, la schematicità della rosa è partita dall’alto (Giuntoli) e da lontano (dialoghi anticipati con il nuovo allenatore). Due per ogni ruolo. Evidente la rivoluzione a centrocampo, dove l’ufficiale Douglas Luiz e il quasi ufficiale Khephren Thuram vengono incasellati da titolari in tutte le ipotesi e in ogni modulo. Il brasiliano ha avuto valutazione altissima (50 milioni), ma ammorbidita da Iling jr e Barrenechea. Douglas Luiz arriva in coppia con la fidanzata Alisha. E viaggiano assieme anche i due ragazzi, che lasciano a Torino plusvalenze tanto solide e sane quanto il progetto Next Gen degli anni più recenti. Poi il tempo svelerà le loro carriere e se avrebbero fatto ancora comodo. L’impressione è che l’argentino maturato a Frosinone avrà l’aggettivo “affidabile” per sempre aderente a qualsiasi maglia. Invece più vivace e originale potrebbe rivelarsi la traiettoria dell’inglese, non a caso titolare nella finale di Coppa Italia.

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