“Khephren, questo è tuo zio”: Thuram-Pessotto, frammenti di grande Juve

Il centrocampista è ufficialmente bianconero: "Lo sognavo da piccolo". Com'è andato il primo incontro con Motta

Dopo re, duchi, generali e altri nobili o guerrieri assortiti, la Juventus ha anche il suo faraone: Khephren Thuram, battezzato così da papà Lilian proprio richiamandosi al faraone sepolto nella seconda più grande piramide d’Egitto, "per ricordare che la civiltà egizia è una civiltà africana" . E il suo nuovo acquisto, ufficializzato ieri pomeriggio dopo le visite mediche di martedì, la società bianconera lo ha annunciato proprio come un faraone. Con tanto di fotomontaggio e giocando, in aggiunta al nome, sul suo essere figlio e dunque erede di un campione che della Juve ha contribuito a fare la storia.

"O figlio della grandezza, veloce e forte, la tua eredità si accende di nuovo. Con velocità e potenza. I bianconeri ti stanno aspettando" , le altisonanti parole che accompagnano il video di Thuram con la maglia da allenamento. Parole a cui si accompagnano però anche quelle decisamente più concrete del comunicato ufficiale che certifica il contratto fino al 2029 (2 milioni l’ingaggio, questo non specificato) e l’accordo con il Nizza "a fronte di un c orrispettivo di euro 20 milioni, pagabili in tre esercizi, oltre ad oneri accessori pari a euro 0,6 milioni".

Ed è subito derby d’Italia

Ironia della sorte, il Khephren egizio si contese l’eredità del padre, il faraone Cheope, con il fratello Kheper che fu il primo a salire al trono, per un regno durato però pochi anni. Sul trono della Serie A è salito pochi mesi fa con la maglia dell’Inter Marcus Thuram, fratello maggiore al quale ora Khephren cercherà di strappare lo scettro. E la sfida è stata già scherzosamente accesa proprio da Marcus, che ha “ripudiato” il fratello sui social, condividendo il video della Juventus e commentando “K-Thuram figlio unico”, facendo però seguire le parole da una serie di risate e da una ancor più lunga di cuori. Rivalità e amore, come quando durante la festa Scudetto dell’Inter Lilian, in campo con la maglia nerazzurra del figlio, dette un bonario scappellotto a Marcus che saltava al coro “Chi non salta è juventino”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'abbraccio con Pessotto

E chissà quali emozioni attanaglieranno al prossimo Derby d’Italia il cuore Thuram senior, ritratto ieri in due immagini di un post della Lega di Serie A: sempre di spalle, nella prima cammina tenendo per mano Marcus e Khephren bambini su un campo da calcio di periferia, nella seconda è in mezzo a loro, ormai grandi e con le bandiere di Inter e Juve sulle spalle, in un grande stadio. Per adesso Thuram senior, si scopre nel video sui primi due giorni bianconeri di Khephren, invidia al figlio minore il centro sportivo: "Qua è troppo bello!" , dice a Cristiano Giuntoli e prima ancora a Thiago Motta: "Sì, troppo bello!", conferma il tecnico bianconero, avversario di Lilian nei quarti della Champions 2002-03 tra Barcellona e Juve, prima di rivolgersi a Khephren cominciando a motivarlo: "Qui hai tutto: tocca a te giocartela". In francese, ma il neobianconero nel video mostra di non aver scordato affatto l’italiano, parlandolo con staff e dirigenti, compreso "zio Pesso", come Lilian gli presenta - o meglio gli ri-presenta - Gianluca Pessotto.

Thuram: "Lo sognavo da bambino"

E in italiano Khephren Thuram risponde alla prima intervista, sul canale ufficiale del club: "Essere qui è una cosa che sogno da quando ero piccolo. È una grande emozione per me. Mi ricordo mio papà che giocava qui, al Delle Alpi, e di Zlatan, che per me era il migliore del mondo. Mi ricordo che vivevo qua con mio fratello, andavo a scuola... Mio padre mi ha detto che la Juve è il club più grande d’Italia e per lui il più grande del mondo. E che quando giochi qui è per vincere. Sempre. Quando la Juve mi ha contattato la prima volta avevo 17 anni e giocavo nel Monaco, ma poi sono andato al Nizza. Ora però sono venuto, quando la Juve ti chiama non puoi rifiutare. Sono un giocatore che ama correre, difendere, attaccare. Mi piace giocare e vincere. Saluto i tifosi e spero che ci vedremo presto. “Fino alla fine”. La seconda dinastia Thuram è iniziata.

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Dopo re, duchi, generali e altri nobili o guerrieri assortiti, la Juventus ha anche il suo faraone: Khephren Thuram, battezzato così da papà Lilian proprio richiamandosi al faraone sepolto nella seconda più grande piramide d’Egitto, "per ricordare che la civiltà egizia è una civiltà africana" . E il suo nuovo acquisto, ufficializzato ieri pomeriggio dopo le visite mediche di martedì, la società bianconera lo ha annunciato proprio come un faraone. Con tanto di fotomontaggio e giocando, in aggiunta al nome, sul suo essere figlio e dunque erede di un campione che della Juve ha contribuito a fare la storia.

"O figlio della grandezza, veloce e forte, la tua eredità si accende di nuovo. Con velocità e potenza. I bianconeri ti stanno aspettando" , le altisonanti parole che accompagnano il video di Thuram con la maglia da allenamento. Parole a cui si accompagnano però anche quelle decisamente più concrete del comunicato ufficiale che certifica il contratto fino al 2029 (2 milioni l’ingaggio, questo non specificato) e l’accordo con il Nizza "a fronte di un c orrispettivo di euro 20 milioni, pagabili in tre esercizi, oltre ad oneri accessori pari a euro 0,6 milioni".

Ed è subito derby d’Italia

Ironia della sorte, il Khephren egizio si contese l’eredità del padre, il faraone Cheope, con il fratello Kheper che fu il primo a salire al trono, per un regno durato però pochi anni. Sul trono della Serie A è salito pochi mesi fa con la maglia dell’Inter Marcus Thuram, fratello maggiore al quale ora Khephren cercherà di strappare lo scettro. E la sfida è stata già scherzosamente accesa proprio da Marcus, che ha “ripudiato” il fratello sui social, condividendo il video della Juventus e commentando “K-Thuram figlio unico”, facendo però seguire le parole da una serie di risate e da una ancor più lunga di cuori. Rivalità e amore, come quando durante la festa Scudetto dell’Inter Lilian, in campo con la maglia nerazzurra del figlio, dette un bonario scappellotto a Marcus che saltava al coro “Chi non salta è juventino”.

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