«Guess who’s back?», scandisce con pronuncia non proprio oxfordiana Mattia Perin, rivolto alle telecamere che inquadrano l’ingresso in campo dei giocatori bianconeri per l’allenamento. “Indovinate chi è tornato?”. «È Dusanoneee!», risponde Manuel Locatelli a fianco del portiere, che chiude con «Welcome back bratko (fratello, in serbo, ndr)». E poi arriva lui, Dusan Vlahovic al primo allenamento della nuova stagione: «Buongiorno bianconeri! Mille grazie a tutti voi! E a Mattia!». Un siparietto che, assieme al calore con cui i tifosi avevano accolto DV9 al mattino al J Medical, chiedendogli pure la Champions, descrive bene la ventata d’entusiasmo portata da Vlahovic in un ritiro bianconero che sprizzava già carica positiva. Un entusiasmo direttamente proporzionale alla fiducia che il mondo juventino, dai compagni ai tifosi passando per allenatore e società, ripone nel centravanti serbo. Deciso a ricambiarla. Così deciso da essersi presentato in anticipo alla Continassa, interrompendo le vacanze a Ibiza durante le quali ha smaltito la cocente delusione dell’Europeo - Serbia eliminata agli ottavi e zero gol per lui - ma si è anche allenato con un personal trainer per presentarsi già tirato a lucido a Thiago Motta.