L'idea della Juve
Così è stata anche accantonata l’ipotesi di un nome sulla maglia collegato a fondazioni o charity, sull’esempio del Barcellona con Unicef. Nell’idea bianconera c’è la volontà di trovare un brand che possa essere quello sul medio-lungo periodo, dunque con un raggio d’azione più ampio, in modo così da poter dargli più valore. E la sensazione, da ciò che filtra anche dal ritiro in Germania, è che la svolta sullo sponsor di maglia sia meno lontana di quanto si potrebbe pensare. Nelle intenzioni della dirigenza bianconera c’è la volontà di provare a chiudere un accordo in tempo per l’inizio del campionato fissato lunedì 19 agosto (match contro il Como): non è detto che poi si riesca a centrare subito l’obiettivo, magari servirà ancora qualche settimana. Ma qualcosa bolle in pentola e c’è la possibilità non così remota che la maglia con solo il marchio Juventus, il simbolo dello sponsor tecnico Adidas e la coccarda di chi ha vinto la Coppa Italia possa diventare presto prezioso materiale per collezionisti.
Del resto l’importanza di reperire risorse economiche dallo sponsor è fondamentale. Non tanto per quanto riguarda il mercato, che ha altre dinamiche e viaggia per conto proprio in una sorta di autofinanziamento (con la filosofia del “a ogni uscite corrisponde un’entrata e viceversa”). Ma è evidente quanto sia cruciale per i bilanci bianconeri, seguendo la nuova politica societaria attenta ai conti e alla gestione, riuscire a trovare uno sponsor: mesi fa si era parlato di grandi marchi arabi, nelle ultime settimane si sono rafforzate le voci su possibili interessi di brand americani. Quel che conta è poi trovare la quadra che convinca tutte le parti in causa. Per quale cifra, allora? Difficile fare previsioni, ma arrivare a 25/30 milioni a stagione, di questi tempi, sarebbe un traguardo notevole. E Calvo - così come peraltro Giuntoli e Motta – non segnerà gol in campo, ma può comunque fare la differenza.