Anno zero. Significa che si può anche non vincere?
«Dipende da come si interpreta anno zero. Io penso che lo sport sia una grandissima palestra. Facevo vedere ai miei figli, al Roland Garros lo slogan sul campo Chatrier: “La vittoria appartiene al più tenace”. E la tenacia è non perdere la voglia di rimettersi in partita nei momenti difficili. Importante è affrontare la vita positivamente. Si tratta di fermarsi, fare reset e ripartire. L’anno zero è quando schiacci il bottone reset. Si va avanti senza pensare a ciò che è passato. Gli atleti e le squadre forti sono quelle che hanno questa abilità: non mettersi in un loop negativo che poi porta a cercare alibi, vedere tutti contro di te. D’altra parte se competi, competi con i più forti al mondo».
C’è qualcosa che il calcio può prendere dal mondo olimpico?
«Lo spirito olimpico ci fa capire come nazioni, culture e religioni possono coesistere in maniera armonica e pacifica cercando di spingersi comunque al massimo. Il Villaggio olimpico e le palestre sono un esempio, molto positivo di civiltà, la competizione nella forma più pura. Avviene, dunque si può fare, in qualsiasi ambito della vita».
«Dipende da come si interpreta anno zero. Io penso che lo sport sia una grandissima palestra. Facevo vedere ai miei figli, al Roland Garros lo slogan sul campo Chatrier: “La vittoria appartiene al più tenace”. E la tenacia è non perdere la voglia di rimettersi in partita nei momenti difficili. Importante è affrontare la vita positivamente. Si tratta di fermarsi, fare reset e ripartire. L’anno zero è quando schiacci il bottone reset. Si va avanti senza pensare a ciò che è passato. Gli atleti e le squadre forti sono quelle che hanno questa abilità: non mettersi in un loop negativo che poi porta a cercare alibi, vedere tutti contro di te. D’altra parte se competi, competi con i più forti al mondo».
C’è qualcosa che il calcio può prendere dal mondo olimpico?
«Lo spirito olimpico ci fa capire come nazioni, culture e religioni possono coesistere in maniera armonica e pacifica cercando di spingersi comunque al massimo. Il Villaggio olimpico e le palestre sono un esempio, molto positivo di civiltà, la competizione nella forma più pura. Avviene, dunque si può fare, in qualsiasi ambito della vita».
Hamilton in Ferrari.
«Come sempre quando succedono le cose, succedono molto rapidamente. Questo è stato il momento in cui Hamilton e Ferrari si sono trovati. Hamilton viene per vincere. E la Ferrari con Hamilton è più forte nell’anticipare le sfide del futuro. Si vede che nell’attuale F1 c’è vera competizione, 4 scuderie molto vicine l’una all’altra. Questo è un campionato finalmente aperto. Ci sono grandissimi piloti. Importante in F1 è girare al massimo del potenziale. Fatto 100 poi vedi a quanto sei. Chi ha più esperienza, dimostrano Hamilton e Alonso ha più regolarità e la regolarità conta. Hamilton è unico nel motorsport, è molto motivato a diventare per l’ottava volta campione del Mondo e lo sta dimostrando. Non viene in Ferrari per godersi la pensione. Nei vari reclutamenti puntiamo su persone motivate, con voglia di giocarsela».
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