Olimpiadi, Thiago Motta e i giovani
Torniamo ai Giochi, i ragazzi della generazione Z mostrano un approccio diverso alla vittoria e alla sconfitta. Emblematico il caso Pilato. «Raggiungere il massimo potenziale è ciò che si deve cercare di fare, la competizione stimola a farlo. Ma non bisogna essere ossessionati dalla misurazione dello sforzo. Ciò che dice De Coubertin non è in contraddizione, se non partecipi non puoi vincere. Ma ci sono in ambito sportivo due vie: ti focalizzi sulla felicità di vincere o sul dispiacere di perdere? Sono entrambi grandissimi stimoli motivazionali. Ciò che emerge da questa generazione, è che guarda il lato positivo. Aderisce e se vince è felice, che è diverso dall’avere l’ansia del diverso, del dolore da sconfitta. Ed è quello che con mia moglie abbiamo sempre cerato di stimolare nei miei figli».
Lo sport deve divertire.
Lo sport deve divertire.
«Sia chi lo fa, sia chi lo guarda. E quando vedi che chi lo pratica si diverte, ti diverti. Emoziona, lo sport.»
Dunque la Juventus ha preso Thiago anche perché diverta?
«È importante approcciare con Thiago Motta una nuova generazione. Abbiamo una squadra giovane. Il calcio italiano non è più un luogo di destinazione. In piena carriera si va in Premier, alla fine in Arabia saudita. Il campionato italiano è di giovani che devono formarsi, completarsi. Questa è la realtà e non è per niente un peccato. Il vero peccato è non guardare la realtà. Torniamo all’anno zero. La squadra è giovane, bisogna lavorare con loro. Thiago è giovane, ha esperienza, è stato lui stesso giocatore. È ciò di cui abbiamo bisogno e su cui costruire. Il collettivo della Juventus ha un potenziale straordinario».
I giovani per attirare anche nuovi appassionati?
«Non c’è dubbio. L’adesione non è quella di un tempo. Al di là dei contratti tv, l’importante è riportare il pubblico allo stadio, a vivere un evento. Siamo orgogliosi del successo di questo stadio, è in continuo miglioramento, con un investimento importante. Ma le persone che non possono vedere allo stadio devono poter partecipare, così avremo un’amplificazione social molto forte. Abbiamo costruito una nuova attività come lo Juventus Creator Lab per essere produttori di contenuti di ogni tipo. E questo dà possibilità di seguirci anche alla generazione alpha. Poi il mondo delle donne è in enorme espansione. Vedere adesso che il calcio è anche uno sport femminile è estremamente positivo».
I giovani per attirare anche nuovi appassionati?
«Non c’è dubbio. L’adesione non è quella di un tempo. Al di là dei contratti tv, l’importante è riportare il pubblico allo stadio, a vivere un evento. Siamo orgogliosi del successo di questo stadio, è in continuo miglioramento, con un investimento importante. Ma le persone che non possono vedere allo stadio devono poter partecipare, così avremo un’amplificazione social molto forte. Abbiamo costruito una nuova attività come lo Juventus Creator Lab per essere produttori di contenuti di ogni tipo. E questo dà possibilità di seguirci anche alla generazione alpha. Poi il mondo delle donne è in enorme espansione. Vedere adesso che il calcio è anche uno sport femminile è estremamente positivo».
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