Non ci si può stupire se la Juventus è quella di ieri. Sarebbe stato eccezionale vedere una squadra più pronta e brillante nello sviluppare un progetto tattico così diverso da quello delle ultime stagioni, oltretutto con così pochi allenamenti con tutta la rosa (per di più ancora da completare). Sarebbe stato preoccupante vedere una squadra poco consapevole di quello che vuole il tecnico e poco disponibile a interpretarlo. La Juventus è, infatti, una squadra che condivide il progetto di Thiago Motta, ma non lo ha ancora metabolizzato. La Juventus è una squadra a cui mancano almeno tre pedine importanti (Koopmeiners e due ali, ma forse anche quel centrale difensivo che sarebbe dovuto essere Todibo) e, per la stramba agenda del calciomercato, potrà averli solo a ridosso dell’inizio del campionato, se non addirittura dopo. Date queste circostanze la Juventus è dove dovrebbe essere ed è quella che dovrebbe essere: una squadra a cui mancano almeno tre/quattro settimane per diventare una creatura tecnica e tattica di Motta. Quanto succederà da qui a metà settembre, prima sul mercato e poi alla Continassa, sarà determinante per il successo della stagione.
Troppo presto
Ecco perché ogni giudizio, espresso oggi, è sostanzialmente un pregiudizio di chi ha sposato aprioristicamente il nuovo corso tecnico (magari per sfregio al vecchio) o di chi il nuovo corso lo critica a prescindere. Essere sicuri che la Juventus sia alle porte di una stagione esaltante o abbia già messo le premesse per un fallimento non è serio, non è giusto, non è intelligente. Un’analisi lucida e, necessariamente, prudente porta a dire che la strada è quella giusta, ma i chilometri da percorrere paiono ancora tanti. Considerato che, fra esattamente una settimana, la Juventus affronta il Como nella prima di campionato, viene da pensare che il progetto abbia, quanto meno, un po’ di ritardo (e i dubbi maggiori sono per quei frequenti buchi difensivi).