Un'emozione è per sempre. E chissa com'è stata quella di Nicolò Savona, all'esordio assoluto con la prima squadra della Juve all'Allianz Stadium. Uno stadio che lui ha sognato sin da bambino con quella maglia tatuata addosso come una seconda pelle. Una favola di quelle che di solito senti soltanto nei racconti, ma con in tutte le belle storie c'è stato anche lieto fine, anzi un lieto inizio. Tra il primo e il secondo tempo Thiago Motta ha deciso di mandarlo in campo senza troppe remore dopo il problema occorso a Weah. La prima con i grandi, ma non nel suo stadio del cuore ci torneremo. Ma senza dubbio ha un sapore speciale, quasi unico. Via il fratino. Via l'emozione. E si gioca. Alla fine ne è uscita una prestazione più che positiva: "Si prende cura della fascia destra con dedizione e diligenza".
Savona, un figlio della Juve
"La Juve non è soltanto la squadra del mio cuore. È il mio cuore". Si potrebbe riassumere con questo messaggio di Gianpiero Boniperti la sensazione di Nicolò Savona che ha vissuto in questi mesi e nella serata, al momento, più bella per lui. L'esordio in Serie A è partito da lontano perché nel mezzo c'è stato un tragitto fatto di lavoro, sudore e sacrifici. Il calcio e i colori bianconeri sono entrati nella sua vita piuttosto presto. È nato ad Aosta (140 chilometri da Torino), ha iniziato a calcare i campetti di provincia in tenera età, salvo poi passare alla Juventus a 8 anni. Una navetta tre giorni a settimana per andare ad allenarsi, lo studio, gli allenamenti, soltanto per un unico obiettivo: arrivare un giorno a indossare la maglia della sua squadra del cuore.