Continua la tradizione degli argentini in bianconero. Tocca a Nico Gonzalez rinverdire fasti antichi che partono da miti anche oriundi come Orsi, Cesarini e ovviamente Sivori (il primo Pallone d’Oro nella storia della Juventus), giù giù fino a (in ordine sparso) Tevez, Higuain, Dybala, Di Maria e, su quella fascia, Mauro German Camoranesi. La trattativa con la Fiorentina, che andava avanti ormai da settimana nel concreto, si è chiusa ieri con la formula del prestito con obbligo di riscatto senza condizioni. Al club viola andranno 32 milioni (8 subito per il prestito oneroso) di base fissa più cinque di bonus di cui 3 facili da raggiungere e 2 legati alle vittorie del club bianconero. Ed è presumibile che alla Continassa sarebbero più che felici di sborsare per intero questi 38 milioni, compresi gli ultimi due, perché vorrebbe dire aver vinto lo scudetto e una Coppa Europea a caso...
Il rapporto incrinato con i viola
Lui, Nico, aveva già l’accordo per un contratto di 5 anni di 3,6 milioni, più bonus, a stagione e aspettava da tempo che i due club trovassero la quadra. Sì, perché la storia con la Fiorentina o, meglio, con i tifosi viola era ormai conclusa praticamente dopo la finale di Conference League a cui era seguito un duro comunicato della Curva Fiesole che accusava alcuni giocatori di comportamenti non adeguati (si può discutere, poi, se “fare serata” in un locale cinque giorni prima della partita lo sia o meno). Sia come sia, qualcosa si era definitamente incrinato nell’ambiente e la conferma è arrivata dopo la Copa America (comunque vinta per la seconda volta: non male) quando Nico ha comunicato prima a Palladino e poi ai dirigenti la volontà di partire in direzione Torino, sponda bianconera. Una situazione che ha generato non poche tensioni, innescando freddezza anche all’interno del club, comunque gestite con abilità da parte della società visto che, in questo caso, non è stato necessario arrivare al braccio di ferro con tanto di certificati medici.